sabato 19 gennaio 2019

Bonnie Prince Billy: "I see a darkness" (1999)


Il 19 gennaio sono vent'anni dall'uscita di uno dei più interessanti lavori del cantautore Will Oldham, talento multiforme che con "I see a darkness" debutta con l'ennesimo alter ego, ovvero quello di Bonnie Prince Billy che lo renderà famoso - almeno nel circuito degli artisti di culto.



Will Oldham diventa il principino Billy. 
L'ascesa al trono, l'ascesa nella gerarchia nobiliare dell'indie-folk, avviene in occasione del sesto lavoro in studio, "I See A Darkness", nell'anno di grazia 1999. 
Cosa si nasconda dietro tale nuova identità lo sa solo l'animo dell'eccentrico e multiforme Will: a noi tale dichiarazione di intenti si manifesta, ad ogni modo, tramite l'ascolto dell'opera.
Come è composta, quindi, la corte del principe?
Il titolo è programmatico e chiaro: il viaggio che ci viene proposto è quello che attende un principe triste, verrebbe da dire amletico e catturato nella classica posa: teschio in mano e questioni esistenziali recitate al vento.

Le intro di "Minor Place" e "All Around" sono uptempo e coinvolgenti temi folk, tracce che segnano la qualità complessiva del disco, ma è l'incedere della title track a segnare profondamente con tinte nere e piovigginose l'opera.
Ad un primo ascolto tale brano può sembrare quasi ridondante, telefonato nella struttura e negli intenti: ma lasciandolo scorrere più volte si riesce ad apprezzarne la melodrammaticità costruita con sincero mestiere e sincera volontà. Non sfuggirà infatti a Johnny Cash, che ne coglierà gli aspetti melodici e di trasporto emotivo, regalandone una preziosa ed esaltante versione.
"I See A Darkness" introduce una sequenza di brani che costituiscono il cuore disperato e fosco del disco: "Another Day Full Of Dread" scorre come una filastrocca oscura, "Death to Everyone" è esplicita già nel titolo e rispetta a pieno le premesse di murder ballad.
Più rilassato lo scorrere di "Knockturne", forse uno dei punti di più facile e immediato ascolto, così come cattura da subito "Madeline Mary" che è la traccia più propiamente rock.
Con "Song For The New Breed" si ritorna dalle parti della confessione e del tormento, sussurrato ma non per questo meno toccante; segue "Today I Was A Evil One", che si pone in perfetta ed accordata scia al brano precedente, e arricchisce la tessitura complessiva con un arrangiamento prezioso, con i fiati in prima linea.
"Black" è una ballata minimale ma non per questo meno coinvolgente e toccante; "Raining In Darling" chiude il cerchio con un sospiro rilassato ma non per questo distaccato e consolante.

"I See A Darkness" è un disco da scoprire con ascolti attenti e ripetuti: il tesoro del principe non si trova subito, bisogna ricercare con attenzione il sentiero che è nascosto sotto le nebbie ed i fumi.
Sapendo che non si troveranno monete d'oro, ma cose ancora più preziose: abbracci e mani tese nel buio.

- il Compagno Folagra

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