giovedì 6 dicembre 2018

Sergio Endrigo: "Il Giardino di Giovanni" (1988)

"Il Giardino di Giovanni" è un doppio LP di Sergio Endrigo uscito trent'anni fa. Uno dei due dischi è un classico esempio di reincisione dei classici, in un formato garbato e moderno senza infamia e senza lode. Ma quello per cui vale la pena ricordare questa uscita è il bellissimo disco di inediti, che contiene alcune perle assolute di Endrigo.




(il disco di inediti è disponibile qui:https://www.youtube.com/playlist?list=PL8UfM7ycll7SrLScfGHp3eoOjUXvQOdiH)

Quando esce “Il Giardino di Giovanni”, Sergio Endrigo ha già 55 anni e viene da lunghi anni di dimenticatoio, nonostante il fatto che la sua opera non mostri segni di cedimento artistico o compromissione alcuna (o forse per questo). 

I suoi ultimi successi risalgono a quindici anni prima, le case discografiche lo fanno incidere parcamente e tendono a riproporre sempre le sue vecchie opere, quel poco che è sopravvissuto al dimenticatoio collettivo che sono gli anni Ottanta. Due anni prima aveva partecipato a Sanremo naufragando nell’anonimato.

Per il suo nuovo album, per una nuova casa discografica, gli viene richiesto di reincidere alcuni suoi classici. Il cantautore istriano si adatta così a preparare un doppio LP, che complessivamente dura un’ora, metà del quale formato da canzoni fra le più famose della sua opera, come “Teresa”, “l’Arca di Noè” e “Via Broletto”, reinterpretate con un sound anni ’80 e che senza sfigurare non dicono nulla di più rispetto a quanto già fatto in singoli, album in studio e dischi dal vivo che le contenevano.

Ciò che invece ha quasi del prodigioso è la qualità dei brani nuovi composti da Endrigo e arrangiati grazie al tastierista Guido Benigni e a una ottima band che vede in primo piano il batterista Ezio Zaccagnini, il tastierista Rocco De Rosa e il chitarrista Marco Caronna.

Degli otto inediti, due sono semplicemente capolavori, ovvero “Questo è amore”, struggente ballata dedicata alle imperfezioni dell’amare con un testo dalla poeticità esemplare, e “Stazioni”, canzone dedicata alle ferrovie che riassume la vita dell’esule istriano e la fascinazione per il treno dalla fanciullezza fino all’età adulta, passando per i grandi eventi della storia mondiale, con una prova superlativa di De Rosa alla melodica.

Ottimi brani sono anche “Il giardino di Giovanni” e “Fiori”, ma anche i restanti si difendono tutti bene, caratterizzandosi per una musica d’autore moderna, con un filo tenue di elettronica e il modo di cantare di Endrigo che ha lasciato il baritono da crooner dei suoi sessanta e settanta per avere un piglio più arioso e a tratti incrinato da una delicata, commovente fragilità.

“Il giardino di Giovanni” è così, almeno nel suo LP di inediti, un’altra convincente prova di grandezza di un cantautore già allora dimenticato.

- Prog Fox

Nessun commento:

Posta un commento

ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO:   #  --  A  --  B  --  C  --  D  --  E  --  F  --  G  --  H  --  I  --  J  --  K  --  L  --  M  --  N  --  ...