(LP completo disponibile qui:https://www.youtube.com/
Il disco precedente, lo psichedelico "Their satanic majesties request", era brillante, ma strabordava da tutte le parti, incoerente e irrazionale, e lasciò tutt'altro che entusiasti fan e critici. I critici non contano molto, ma i fan sì, e i fan volevano il Jagger minaccioso e il Richards chitarroso, non i sitar, i pianoforti e i viaggi mentali. Oltretutto, il loro scopritore e produttore Andrew Loog Oldham aveva mollato, perchè con tutte le droghe e gli scrocconi che circolavano attorno alla band era impossibile lavorare.
Jagger e Richards decisero di darci un taglio con gli eccessi e di assumere Jimmy Miller, che al contrario di Loog Oldham era prima di tutto un produttore e non un manager. Miller ripulì e diede un suono moderno e più chiaro alla band, ma c'era uno Stone che non era affatto d'accordo con questo approccio ordinato e professionale: Brian Jones, che era stato il protagonista delle idee più sperimentali dei dischi precedenti, e che stava sia perdendo interesse nella musica del gruppo sia infilandosi sempre più in profondità nel mondo della droga.
Con Jones che partecipava alle sessioni di registrazione solo quando gli andava, e spesso suonando strumenti anomali che non c'entravano molto con i pezzi provati, i suoi contributi rimasero marginali rispetto a quelli degli altri quattro. Gli arrangiamenti rimasero articolati ma divennero più precisi e non improvvisati (si senta il calcolato crescendo dell'eccellente "Jigsaw Puzzle").
Nonostante tutto, gli Stones non erano mai stati una band di hard rock: non erano più duri di tante altre band inglesi che suonavano blues, la musica dalla quale erano partiti; sicuramente il loro suono non poteva competere in violenza con gli Who, nè con tante garage band americane che pure si erano ispirate alla loro "Satisfaction" per inventare uno stile più violento.
Ma negli Stones la componente distorta e aggressiva era molto più psicologica che non musicale, e in buona parte anche di immagine più che di contenuti, quantomeno nei dischi precedenti come "Aftermath" e "Between the Buttons", a cui mancava ancora qualcosa sia nella produzione sia nella composizione dei brani.
La raggiunta maturità di Jagger e Richards, non a caso dopo un disco sperimentale ed elaborato come "Satanic majesties", rese finalmente "Beggars Banquet" il primo capolavoro e il primo disco classico della band, ed orientò anche il modo di procedere negli anni successivi.
A partire da "Sympathy for the Devil", che continua a strizzare l'occhio al satanismo dando voce a un Diavolo che sembra uscito da "Il Maestro e Margherita" di Bulgakov, fino alla minaccia elettroacustica di "Street Fighting Man", al crescendo visionario di "Jigsaw Puzzle" e soprattutto alla violenza e alla lascivia incontrollata di "Stray Cat Blues" in cui si fanno espliciti riferimenti a un rapporto sessuale a tre, nonostante episodici momenti di dolcezza (la tenera "No expectations", la conclusiva "Salt of the Earth"), gli Stones riescono finalmente a far coincidere la propria musica con la propria immagine, sapendo approfondire la propria carica aggressiva anche lì dove ricorrono a chitarre acustiche ed armoniche - una capacità che è chiaro lascito della propria origine blues.
"Beggars Banquet" è il primo disco in cui Jagger & Richards sono completamente in controllo della propria opera, come apprendisti stregoni che finalmente padroneggino l'incantesimo che hanno perfezionato in anni e anni di studi. Gli Stones solcano mari che vanno dal rock lascivo al country-blues con un piglio fra il sardonico e il minaccioso. Un album variegato e perfettamente bilanciato da momenti di inaspettata dolcezza.
- Prog Fox
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