Continuiamo a raccontarvi i dischi 'senza data' usciti trent'anni fa con questo strepitoso debutto dei ROYAL TRUX, uno dei gruppi alternative/noise fondamentali del periodo a cavallo del 1990. Dimenticate Sonic Youth, Pixies e Nirvana, questi sono alfieri di una musica di frontiera diversa, tanto semplice musicalmente quanto visionaria.
Jennifer Herrema (voce, tastiere e percussioni) e Neil Hagerty (voce, chitarra e percussioni) fondano i Royal Trux per proseguire il terrorismo musicale iniziato dal secondo con i Pussy Galore.
Qui si parla di noise rock, ma di noise rock ben diversa da quella dominante, tipo Sonic Youth, Pixies e (splendide) cose simili.
Primo punto programmatico: la sfida non è solo fare musica con il rumore o nonostante il rumore, qui la sfida è fare musica che sia rumore.
Secondo punto programmatico: fanculo le nuove tecnologie, qui si fa lo-fi e tutto con strumenti veri, chitarre distorte a manetta, organo, batteria e qualsiasi oggetto si possa percuotere. Fine.
Quindi l'orizzonte è una versione roots rock del noise, una versione indie dell'indie, un indie al quadrato o anche al cubo.
Funziona? Potete scommetterci.
Funziona in maniera assurdamente bella, e a suo modo orecchiabile anche perché mai, mai violenta; e questo nonostante cose antimelodiche come "Incineration", per le chitarre tra lo scordato e l'atonale di "Bad Blood" e della scombiccherata "Hashish", fantasiosa da lasciare a bocca aperta, "Jesse James" col suo flauto demenziale che potrebbe evocare la musica dei flautisti di Azathot nel grande nulla cosmico. C'è anche tempo per la commozione in "Bits and Spurs", sulla quale una spruzzata di percussioni di ogni tipo ricorda come siamo ancora nella dimensione del rumore, nonostante i toni davvero elegiaci della chitarra e della voce.
L'influenza dei Rolling Stones sullo stile delle composizioni e sul tono di rock primitivo che sanno evocare è evidente, altrettanto forte l'influenza di Captain Beefheart su percussioni e chitarre suonate in apparenza alla boia di un giuda, così come ovvio il fatto che gentaglia tipo gli Xiu Xiu un album come questo se lo siano imparato a memoria.
Disco originalissimo da debris post-industriale in un mondo semidesertico, tipo Mad Max primo film ma con ambientazione americanissima, "Royal Trux" è il debutto omonimo di un gruppo che ci darà presto un altro capolavoro dell'alternative con "Twin Infinitives" del 1990.
Ma questa è un'altra storia.
- Red
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