venerdì 7 dicembre 2018

Nightwish: "Oceanborn" (1998)

Vent'anni fa oggi usciva un disco fondamentale del metal sinfonico al femminile, ovvero "Oceanborn" dei finlandesi Nightwish. La band guidata dal tastierista Tuomas Holopainen fornisce le coordinate musicali sulle quali la studentessa di canto lirico Tarja Turunen tesse melodie in stile operistico.




(disco completo con bonus track qui:https://www.youtube.com/playlist?list=PLD50FB59B6056DBE1)

Dopo avere avuto un piccolo ma inaspettato successo con il loro disco di esordio, pensato inizialmente come demo ma poi pubblicato esattamente come era stato inciso dalla loro prima casa discografica, entusiasta del materiale, i Nightwish entrano in uno studio professionistico per realizzare un album vero e proprio con tutti i crismi.

Nasce così “Oceanborn”, che vede completarsi la formazione classica con l’arrivo del bassista Sami Vänskä ad aggiungersi al leader e tastierista Tuomas Holopainen, alla cantante Tarja Turunen, al chitarrista Emppu Vuorinen e al batterista Jukka Nevalainen. Il successo iniziale dell’album fu poi rafforzato dal fatto che, a partire dall’anno successivo, tutte le ristampe inclusero il singolo di grande successo “Sleeping Sun”, composto per un EP del 1999.

Composto in gran parte da Holopainen, il disco è un superbo esempio di power metal sinfonico, caratterizzato dalla tecnica da soprano di Tarja (che all’epoca aveva 21 anni e stava continuando a studiare canto lirico tra un tour e un disco) e da un fitto nugolo di sovraincisioni. Superficialmente si può sentire l’influenza dei conterranei Stratovarius, maestri finlandesi del genere power, chiarissima nella canzone di apertura “Stargazers” e in elementi di altre canzoni come “Sacrament of Wilderness”, in cui ravvisiamo anche influenze degli Angra. Ma la raffinatezza di Holopainen e il livello di complessità delle composizioni sono indubbiamente superiori a quelle di quel granitico carroarmato metal – a fianco degli elementi power e sinfonici, c’è quindi anche una decisa chiave prog. Resta il fatto che per i power metallers più ostinati e maschilisti (per non parlare dei metallari di altra estrazione), la musica dei Nightwish rientra purtroppo nel metal ‘per donne’ o ‘per fighette’, ingiustamente sottovalutato.

Non è affatto strano che il canto operistico si presti così bene a un genere epico e pomposo come il metal, anche se il concetto nel 1998 ancora non era stato esplorato adeguatamente. Tarja Turunen entrava così in quel periodo nel gotha delle nuove cantanti metal come le olandesi Anneke van Giensbergen (The Gathering) e Sharon den Adel (Within Temptation), che seguivano la pista aperta dalla norvegese Liv Kristine Espenæs con i Theatre of Tragedy e che di fatto definirono l’essenza del metal sinfonico al femminile. Esempio del lavoro in fieri sulla propria tecnica vocale è la parte centrale della strepitosa “The Passion and the Opera”, che cita l’aria “Der Hölle Rache kocht in meinem Herzen” da “il Flauto Magico” di Mozart e Schickaneder. La gradevole “Swanheart” si colloca invece più nel filone del pop operistico alla Andrea Bocelli/Sarah Brightman, per quanto camuffato dalla produzione metallara.

Per dare un taglio un po’ più duro la band ricorre a un ospite, l’amico, tecnico del suono e cantante Tapio Wilska, dalla voce profonda e oscura voce (magistrale in “Devil and the Deep Dark Ocean”). La presenza di tutte queste componenti – incluso Wilska - si sublima in un pezzo come “The Pharaoh sails to Orion”.

Disco pieno di esuberanza giovanile e di passione musicale, “Oceanborn” si candida seriamente per essere il prodotto migliore della ventennale carriera dei Nightwish, e un album fondamentale per comprendere l’evoluzione del genere e del ruolo delle cantanti nella scena metallara.

- Prog Fox

Nessun commento:

Posta un commento

ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO:   #  --  A  --  B  --  C  --  D  --  E  --  F  --  G  --  H  --  I  --  J  --  K  --  L  --  M  --  N  --  ...