L'8 dicembre di quarant'anni fa usciva "Public Image: First Issue", primo disco dei PIL (Public Image Ltd) di John Lydon Official, ex-Johnny Rotten dei Sex Pistols.
Il gruppo si infilava nel proficuo filone del post-punk con un disco cupo e alienato.
(disco completo disponibile qui:https://www.youtube.com/
Dopo lo scioglimento dei Clash, Richard Branson della Virgin Record si prodigò per mantenere buoni rapporti con il loro cantante Johnny Rotten, che riteneva ancora una possibile miniera d'oro.
Come prima cosa, accettò il consiglio del fotografo Dave Morris di portarsi Rotten nel loro viaggio in Giamaica alla ricerca di possibili nuovi artisti reggae da produrre. Poi gli venne l'idea di invitare i Devo in Giamaica per proporre Rotten come loro nuovo cantante solista, ma l'idea non piacque a nessuno. Così, tornato in Inghilterra, Rotten chiese all'amico bassista Jah Wobble (alias John Wardle) di formare una nuova band che potesse aggiungersi alla folta messe di progetti post-punk che imperversavano nel paese.
Abbandonato il look punk e il nome di Johnny Rotten, John Lydon tornò al suo vero nome e con Jah Wobble reclutò Keith Levene (chitarre), ex-chitarrista dei Clash la cui attitudine sperimentale e molto meno politicizzata lo aveva portato a lasciare il gruppo quasi agli esordi, e Jim Walker (batteria), uno studente canadese di 23 anni. Tra luglio e novembre, il gruppo incise il suo album di esordio, "Public Image: First Issue", pubblicato poi a dicembre.
"Public Image: First Issue" fu considerato una delusione all'uscita, mentre un classico a distanza di anni. La verità probabilmente sta nel mezzo: si tratta di un prodotto abbastanza tipico della sua epoca, con chitarre fortemente abrasive, un drumming violento ma molto preciso e interessante da parte del giovane Walker e una passione commovente per atonalità e noise, mentre l'amore per il dub e il reggae di Jah Wobble si intravede sottotraccia.
Quello che un po' manca all'album non sono le idee o le ambizioni artistiche, ma sono un po' le melodie, quantomeno per giustificare la durata di composizioni ossessive e ripetitive come "Theme" e "Religion II", delle quali si finisce per apprezzare più l'esecuzione affascinante che non il contenuto (qualcosa che avvicina i Public Image Ltd ai gruppi progressive e di avanguardia, più che alla scena punk). Quando il gruppo si lascia andare a un tema musicale più punk come in "Public Image", si sente un afflato vitale soffiare nelle casse.
Interessanti i testi di John Lydon, che si toglie un po' di sassolini dalle scarpe: se la prende con Malcom McLaren e i suoi precedenti compagni di gruppo in "Public Image" e "Low life", accusandoli di essere interessati solo ai soldi e non al valore artistico e quindi a occuparsi di dettagli secondari come il look giusto per promuoversi e vendersi, e in definitiva di essere 'bourgeoisie anarchists'; se la prende ovviamente con la religione in "Religion", mentre in "Annalisa" racconta un'altra delle sue storie di disagio e alienazione, quella di una famiglia che fa morire di inedia la figlia nel tentativo di liberarla da una presunta possessione demoniaca.
Al di là di certi limiti, "Public Image: First Issue" rimane comunque un disco importante nello sviluppo del post-punk e una base solida sulla quale costruire gli album successivi del gruppo, nel quale Lydon e soci sapranno fare ancora di meglio.
- Prog Fox
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