mercoledì 28 novembre 2018

Blues Brothers: "Briefcase full of blues" (1978)

Il 28 novembre di quarant'anni fa usciva "Briefcase Full of Blues", capolavoro di blues revival e debutto discografico dei The Blues Brothers, che sarebbero stati proiettati nell'olimpo del blues con il loro successivo film del 1980.




(disco completo qui: https://www.youtube.com/playlist?list=PLo2aaBamFnLRouFsx5Gx6sSfQT9i-JzCI)

I Blues Brothers nascono il 22 aprile del 1978 nel Saturday Night Live, fucina di talenti della comicità americana (e non solo), in un paio di sketch durante i quali gli attori John Belushi e Dan Aykroyd interpretano il ruolo di Jake Blues ed Elwood Blues, due fratelli che guidano un gruppo di rhythm’n’blues revivalista formato da musicisti eminentissimi del genere. L’idea del nome era venuta all’allora leader della house band del programma, un certo Howard Shore, forse ne avete sentito parlare...

L’immagine dei Blues Brothers prende elementi di Sam & Dave (il duo r&b per eccellenza) e dei canadesi Downchild Blues Band, di John Lee Hooker (i cappelli e gli occhiali da sole), e della scena jazz dei quaranta e cinquanta (i vestiti). Era stato Aykroyd a introdurre Belushi al r&b: a Ottawa, in Canada, la sua città natale, Aykroyd aveva frequentato per anni il club Le Hibou, gestito da Harvey Glatt, un appassionato di jazz e blues che portava in città personalità come Otis Spann, Howlin Wolf, Buddy Guy, Brownie McGhee e Muddy Waters.

Con l’aiuto del pianista Paul Shaffer (oggi noto per essere il direttore musicale del Dave Letterman Show), Aykroyd e Belushi misero insieme ‘la banda’: il batterista Steve Jordan, il sassofonista Lou Marini e il trombonista Tom Malone già lavoravano per il Saturday Night Live; furono poi reclutati due pezzi da novanta, il chitarrista Steve Cropper e il bassista Donald ‘Duck’ Dunn, mostruosi membri storici di Booker T & the MG’s e sessionmen di lusso per più o meno chiunque nell’area blues/r&b, da Otis Redding a Eric Clapton; il chitarrista Matt Murphy, il trombettista Alan Rubin, il sassofonista Tom Scott completavano la formazione (leggermente diversa da quelli che ricorderanno il film del 1980, d’altronde gli impegni musicali dei sessionmen coinvolti portarono a una formazione abbastana fluida, con altre personalità altrettanto significative del genere ad alternarsi al gruppo originale: Willie Hall alla batteria, Murphy Dunne al piano, e altri ancora fino alla morte di Belushi nel 1982). Da non trascurare neppure il contributo di Elwood/Aykroyd nelle vesti di armonicista.

Il 9 settembre del 1978, i Blues Brothers registrano il loro primo album dal vivo a Los Angeles, aprendo uno show del comedian Steve Martin. Il successo dei loro personaggi al Saturday Night Live e del disco aprirà un’era di blues revival sublimata dal loro film del 1980, una combinazione che rilancia le carriere di tutti quelli coinvolti.

“Briefcase full of blues” è una straordinaria rilettura di classici del r&b, tanto più energico quanto più adeguato all’era del punk. Il ritorno a un suono grezzo e naturale da contrapporre alla disco e al nascente synth pop ha creato quell’humus culturale nel quale un blues scatenato come quello di Belushi & soci rende enormemente, anche perché le riletture sanno spaziare da quelle più fedeli a quelle più anomale e originali, come “Groove me” di King Floyd realizzata con un favoloso arrangiamento reggae blues.

L’umorismo e la ferocia si mescolano in canzoni come “Messin’ with the kid” di Mel London, “I don’t know” di Willie Mabon e “B' Movie Box Car Blues” di Delbert McClinton. Nasce qui anche l’abitudine di mettere Elwood in testa a una riuscitissma cover blueseggiante di un pezzo anomalo, in questo caso il doo-woop di “Rubber Biscuit”, abitudine testimoniata in seguito anche nel film con la celeberrima scena di “Rawhide”.

La propensione blues alla divagazione solista è ben documentata: Matt Murphy imperversa con la sua sei corde su “Shot Gun Blues” mentre Scott e Shaffer illuminano “Almost”, due cover dei Downchild Blues Band (che abbiamo già citato come una delle principali influenze dei Blues Brothers), Lou Marini incendia col suo sax “Flip flop ‘n fly”, Cropper ed Elwood si occupano di “Hey bartender”. Culmine del disco è la “Soul Man” composta da Isaac Hayes e David Porter per Sam & Dave, che ovviamente si presta naturalmente all’esibizione del duo Jake & Elwood (il consiglio personale è alzare i bassi per sentire il groove da pelle d’oca di Duck Dunn in questo pezzo).

Come disco di blues dal vivo, “Briefcase full of blues” è semplicemente straordinario. Messa insieme una crema di musicisti da fare paura guidata da due istrioni come Aykroyd e Belushi a solcare un mare di formidabili pezzi più e meno noti del blues e del r&b classico, il risultato non poteva che essere sensazionale. La combinazione riuscitissima del look del duo, delle capacità del gruppo e la forza dei brani e delle loro esecuzioni proietta il disco altissimo nelle classifiche di vendita e spiana la strada alla realizzazione del film “The Blues Brothers” nel 1980, uno dei più alti momenti della commedia moderna americana.

- Prog Fox

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