(il disco completo si può ascoltare qui: https://www.youtube.com/playlist…)
Una fotoelettrica che squarcia il buio, un mantra recitato fino a svuotare i polmoni, un uomo che si inginocchia teatralmente davanti al mondo.
Nelle braccia dell'America puttana e tentatrice, stretti nel grembo del padre e della madre da amare, da rigettare e a cui chiedere asilo.
Immersi in un liquido amniotico che circonda, protegge e soffoca.
I ragazzi che correvano sui confini, per cancellarli e per sostituirli con ponti tra terra e mare, sono ormai padroni del loro destino e sono pronti a raccontarsi.
A celebrarsi, dicono in molti: ad indulgere in una sorta di auto-mitizzazione in vita, forse prematura, forse precoce.
E' così?
E' questa la cifra di "Rattle And Hum", disco/documentario dell'88 che si accoda allo scintillio di "The Joshua Tree" e ne completa il racconto e la parabola?
Ed allora cosa ci racconta Bono - sempre più attore che sta creando un personaggio sulla giusta ed ampia misura del proprio ego e sempre più messianico
maestro di cerimonia?
E The Edge cosa ha da dire, adesso, con il suo feedback sempre più dilatato e riverberante, con i suoi occhi ormai sempre più padroni della situazione e della resa complessiva del tutto?
Larry ed Adam, i timidi e nascosti Larry ed Adam: chi sono esattamente, cosa sono esattamente a questo punto della storia?
"Rattle And Hum" prova a mettere a fuoco tutto questo e lo fa, a parere di chi scrive queste note, in modo sontuoso.
Si parla infatti spesso per eccesso di qualcosa che entra nell'immaginario collettivo, a sproposito ed esagerando: ma come classificare altrimenti l'istantanea fatta ad "Helter Skelter" in apertura del disco?
Come definire quello che "I Still Haven't Found", "Pride" e "Bullet The Blue Sky" rappresentano, in queste versioni?
Il giro delle sette chiese è doveroso e si compie: lì c'e' Lennon (replicato ed usato come ispirazione in "God Part II"), lì BB King, lì Dylan, lì Hendrix.
Lì eco di E-Street Band, lì Elvis e la carne dell'america rurale ("Heartland").
Colori superficialmente presi e messi sulla tavolozza tanto per riempirla?
Troppa carne al fuoco?
Forse sarebbe più corretto parlare di inevitabile ingordigia del cuore e dell'animo: tanti gli stimoli, tante le possibilità e (ce lo si conceda) non poco il talento.
Si valutino gli inediti: non ci sono riempitivi, ci sono semplicemente dei classici della produzione dei dublinesi.
"Desire" è pura Las Vegas masticata e rispedita al mittente, "All I Want Is You" è l'ennesima "più bella canzone mai scritta dagli U2".
E per tornare alla domanda in sospeso: cosa è "Rattle And Hum"?
La risposta sta nel disco stesso, senza dubbio: nella sua qualità, nella sua riuscita, nella sua pervicace capacità di entrare nell'animo.
Ma sta anche in quello che verrà dopo: gli U2 sapranno farsi scorrere la storia della musica addosso, dando chiusura e collocazione corretta a questa
operazione di ricerca e di tributo ai padri.
Busseranno ad altre porte, toglieranno i cappelli a larghe tese e indosseranno giacche di pelle ed occhiali neri.
All'Arizona ed a New Orleans sostiuiranno Berlino ed affiancheranno Lou Reed a Johnny Cash, al suono gospel quello kraut-elettrico.
Dall'eredità musicale rivendicata e celebrata al "Tutto quello che sai è sbagliato".
Sempre (fastidiosamente?) bulimici, invadenti, totalizzanti.
Mai completamente originali, mai completamente nuovi, alla continua ricerca di spalle di giganti sulle quali stare.
Limiti certo: o forse estrema grandezza, forse estremo e necessario paradigma artistico in cui muoversi alla fine di un millennio confuso e caleidoscopico.
E quindi: la fotoelettrica si spegne, Bono finisce il mantra.
La preghiera è stata detta, gli altari onorati, le eredità riscattate. Tutto si chiude: l'Irlanda è alle spalle, l'America sotto i piedi, l'Europa nel futuro.
Salutiamo questa ultima spina dell'albero del deserto lanciata nei nostri cuori: aspettiamo la mosca che verrà, la nuova ispirazione.
Le nuove false verità e le nuove sincere bugie.
- il Compagno Folagra
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