mercoledì 10 ottobre 2018

U2: "Rattle and Hum" (1988)

 Il 10 ottobre di trent'anni fa usciva "Rattle and Hum", mastodontico album degli U2 che costituiva un sugello agli anni ottanta del gruppo e alla prima fase della loro carriera. Retrospettiva accompagnata da un suggestivo documentario, mezzo live, mezzo in studio, consacra la band dopo il successo di "The Joshua Tree". 



(il disco completo si può ascoltare qui: https://www.youtube.com/playlist…)

Una fotoelettrica che squarcia il buio, un mantra recitato fino a svuotare i polmoni, un uomo che si inginocchia teatralmente davanti al mondo.
Nelle braccia dell'America puttana e tentatrice, stretti nel grembo del padre e della madre da amare, da rigettare e a cui chiedere asilo.
Immersi in un liquido amniotico che circonda, protegge e soffoca.


I ragazzi che correvano sui confini, per cancellarli e per sostituirli con ponti tra terra e mare, sono ormai padroni del loro destino e sono pronti a raccontarsi.
A celebrarsi, dicono in molti: ad indulgere in una sorta di auto-mitizzazione in vita, forse prematura, forse precoce.
E' così?
E' questa la cifra di "Rattle And Hum", disco/documentario dell'88 che si accoda allo scintillio di "The Joshua Tree" e ne completa il racconto e la parabola?

Ed allora cosa ci racconta Bono - sempre più attore che sta creando un personaggio sulla giusta ed ampia misura del proprio ego e sempre più messianico
maestro di cerimonia?
E The Edge cosa ha da dire, adesso, con il suo feedback sempre più dilatato e riverberante, con i suoi occhi ormai sempre più padroni della situazione e della resa complessiva del tutto?
Larry ed Adam, i timidi e nascosti Larry ed Adam: chi sono esattamente, cosa sono esattamente a questo punto della storia?

"Rattle And Hum" prova a mettere a fuoco tutto questo e lo fa, a parere di chi scrive queste note, in modo sontuoso.
Si parla infatti spesso per eccesso di qualcosa che entra nell'immaginario collettivo, a sproposito ed esagerando: ma come classificare altrimenti l'istantanea fatta ad "Helter Skelter" in apertura del disco?
Come definire quello che "I Still Haven't Found", "Pride" e "Bullet The Blue Sky" rappresentano, in queste versioni?
Il giro delle sette chiese è doveroso e si compie: lì c'e' Lennon (replicato ed usato come ispirazione in "God Part II"), lì BB King, lì Dylan, lì Hendrix.
Lì eco di E-Street Band, lì Elvis e la carne dell'america rurale ("Heartland").
Colori superficialmente presi e messi sulla tavolozza tanto per riempirla?
Troppa carne al fuoco?
Forse sarebbe più corretto parlare di inevitabile ingordigia del cuore e dell'animo: tanti gli stimoli, tante le possibilità e (ce lo si conceda) non poco il talento.
Si valutino gli inediti: non ci sono riempitivi, ci sono semplicemente dei classici della produzione dei dublinesi.
"Desire" è pura Las Vegas masticata e rispedita al mittente, "All I Want Is You" è l'ennesima "più bella canzone mai scritta dagli U2".

E per tornare alla domanda in sospeso: cosa è "Rattle And Hum"?
La risposta sta nel disco stesso, senza dubbio: nella sua qualità, nella sua riuscita, nella sua pervicace capacità di entrare nell'animo.
Ma sta anche in quello che verrà dopo: gli U2 sapranno farsi scorrere la storia della musica addosso, dando chiusura e collocazione corretta a questa
operazione di ricerca e di tributo ai padri.
Busseranno ad altre porte, toglieranno i cappelli a larghe tese e indosseranno giacche di pelle ed occhiali neri.
All'Arizona ed a New Orleans sostiuiranno Berlino ed affiancheranno Lou Reed a Johnny Cash, al suono gospel quello kraut-elettrico.
Dall'eredità musicale rivendicata e celebrata al "Tutto quello che sai è sbagliato".

Sempre (fastidiosamente?) bulimici, invadenti, totalizzanti.
Mai completamente originali, mai completamente nuovi, alla continua ricerca di spalle di giganti sulle quali stare.
Limiti certo: o forse estrema grandezza, forse estremo e necessario paradigma artistico in cui muoversi alla fine di un millennio confuso e caleidoscopico.

E quindi: la fotoelettrica si spegne, Bono finisce il mantra.
La preghiera è stata detta, gli altari onorati, le eredità riscattate. Tutto si chiude: l'Irlanda è alle spalle, l'America sotto i piedi, l'Europa nel futuro.
Salutiamo questa ultima spina dell'albero del deserto lanciata nei nostri cuori: aspettiamo la mosca che verrà, la nuova ispirazione.
Le nuove false verità e le nuove sincere bugie.

- il Compagno Folagra

Nessun commento:

Posta un commento

ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO:   #  --  A  --  B  --  C  --  D  --  E  --  F  --  G  --  H  --  I  --  J  --  K  --  L  --  M  --  N  --  ...