(il disco completo si può trovare qui: https://www.youtube.com/playlist…)
"Senza orario senza bandiera", disco di esordio dei genovesi New Trolls, è probabilmente il primo concept album italiano. Musica del gruppo per testi quasi tutti del poeta Riccardo Mannerini e dell'amico Fabrizio de André, è rock psichedelico che funge da ponte tra il beat dei sessanta e lo spaghetti prog ancora anni di là da venire ("Collage" delle Orme e "Caronte" dei Trip sono del 1971, i PFM e il Banco esordiranno nel 1972): è un disco a suo modo profetico, quindi.
"Senza orario senza bandiera" mostra ancora una volta l'importanza
nella storia della musica italiana della figura di Fabrizio De André, il
gusto di collaborare e comporre con musicisti e scrittori di talento,
il suo mecenatismo (qui per Mannerini e i New Trolls).
Non c'è una traccia debole in tutto l'LP, che racconta in un certo senso il viaggio in giro per il mondo del narratore e racconta i personaggi da lui incontrati: figure di sconfitti tipicamente deandreiani come il protagonista della arcinota "Signore io sono Irish", che prega che Dio gli faccia trovare una bicicletta con cui ridurre la fatica dei tanti chilometri che percorre a piedi verso il lavoro; il giocatore d'azzardo di "Al bar dell'angolo"; o il marine in Vietnam di "Ti ricordi Joe", una ballata straziante da pelle d'oca, tanto delicata quanto cruda e amara; o il sacerdote irlandese e avventuriero "Padre O'Brien", che piange il costo di un missile che basterebbe per "togliere il dolore dai lebbrosari della terra", in un antesignano meraviglioso e solenne del prog-pop.
Le musiche si avvalgono di quello che è già l'evidentissimo talento dei leader, i cantanti-chitarristi Nico di Palo e Vittorio de Scalzi, coadiuvati da quelli che all'epoca erano fra i migliori strumentisti rock italiani, Gianni Belleno alla voce e alla batteria e Giorgio d'Adamo al basso, nonché dalla preziosa collaborazione agli arrangiamenti e alla direzione orchestrale del maestro Gian Piero Reverberi, all'epoca collaboratore di Fabrizio de André.
Musicalmente i temi toccati sono tanti e variegati: dal quasi hard rock di "Duemila" al blue eyed soul di "Tom Flaherty", che potrebbe essere un pezzo dei Rascals, dai fiati beatlesiani di "Al bar dell'angolo" al folk rock di "Ho veduto" e "Andrò ancora", che aprono e chiudono il disco e ne spiegano il tema del viaggio e del racconto. Stupende anche le armonie corali, chiaramente ispirate da Beach Boys, Beatles e Byrds e realizzate alla perfezione dalle tre voci del gruppo.
"Senza orario senza bandiera" è un disco fondamentale per ogni italiano amante del rock perché rappresenta uno dei primi momenti in cui la musica leggera italiana si dimostrò davvero in grado di tenere testa e stare al passo con i tempi che si tenevano oltremanica e oltreoceano.
- Prog Fox
Non c'è una traccia debole in tutto l'LP, che racconta in un certo senso il viaggio in giro per il mondo del narratore e racconta i personaggi da lui incontrati: figure di sconfitti tipicamente deandreiani come il protagonista della arcinota "Signore io sono Irish", che prega che Dio gli faccia trovare una bicicletta con cui ridurre la fatica dei tanti chilometri che percorre a piedi verso il lavoro; il giocatore d'azzardo di "Al bar dell'angolo"; o il marine in Vietnam di "Ti ricordi Joe", una ballata straziante da pelle d'oca, tanto delicata quanto cruda e amara; o il sacerdote irlandese e avventuriero "Padre O'Brien", che piange il costo di un missile che basterebbe per "togliere il dolore dai lebbrosari della terra", in un antesignano meraviglioso e solenne del prog-pop.
Le musiche si avvalgono di quello che è già l'evidentissimo talento dei leader, i cantanti-chitarristi Nico di Palo e Vittorio de Scalzi, coadiuvati da quelli che all'epoca erano fra i migliori strumentisti rock italiani, Gianni Belleno alla voce e alla batteria e Giorgio d'Adamo al basso, nonché dalla preziosa collaborazione agli arrangiamenti e alla direzione orchestrale del maestro Gian Piero Reverberi, all'epoca collaboratore di Fabrizio de André.
Musicalmente i temi toccati sono tanti e variegati: dal quasi hard rock di "Duemila" al blue eyed soul di "Tom Flaherty", che potrebbe essere un pezzo dei Rascals, dai fiati beatlesiani di "Al bar dell'angolo" al folk rock di "Ho veduto" e "Andrò ancora", che aprono e chiudono il disco e ne spiegano il tema del viaggio e del racconto. Stupende anche le armonie corali, chiaramente ispirate da Beach Boys, Beatles e Byrds e realizzate alla perfezione dalle tre voci del gruppo.
"Senza orario senza bandiera" è un disco fondamentale per ogni italiano amante del rock perché rappresenta uno dei primi momenti in cui la musica leggera italiana si dimostrò davvero in grado di tenere testa e stare al passo con i tempi che si tenevano oltremanica e oltreoceano.
- Prog Fox
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