Greg Aiuto nasce il 4 maggio del 1970 a Grosse Pointe in Michigan, in una famiglia di testimoni di Geova e viene scoperto dal produttore e musicista Rick Nowels (noto principalmente per il suo lavoro negli anni '80 con Stevie Nicks dei Fleetwood Mac e Belinda Carlisle). Col nome d'arte di Gregg Alexander prova a sfondare prima a diciannove anni con il disco d'esordio "Michigan Rain" e poi con "Intoxifornication" nel 1992, ma fa due giganteschi buchi nell'acqua.
Conosce un'altra cantautrice di insuccesso, Danielle Brisebois
(Brooklyn, 28 giugno 1969), e la aiuta a comporre e incidere il suo
primo album "Arrive all over you" che fu presto dimenticato.
Alexander e Brisebois decidono così di unire le forze e lavorano a un nuovo progetto, nel quale coinvolgono in primis l'amico Rick Nowels: i New Radicals, di fatto loro tre supportati da musicisti e amici che danno una mano. Si lavora in studio senza ambizioni e anche senza speranze, a brani perlopiù di Alexander, che si caratterizzano per un pop rock esuberante e ariegato, che sa toccare il blue eyed r&b dei Simply Red, il sofisti-pop degli Style Council e il wall of sound di Phil Spector, ammodernati agli anni novanta.
"You get what you give", composta da Alexander e Nowels, è il singolo di successo, un pezzo orecchiabile come pochi che sfonda nelle classifiche, ma il capolavoro del loro stile è probabilmente "I hope I didn't just give away the ending", uno dei pezzi pop più belli del decennio, in cui Alexander mostra anche appieno le sue ottime doti da cantante. Strepitosa anche la canzone che da il titolo all'album, con i suoni tuonanti delle percussioni e lo strano riff di chitarra acustica che conferiscono un'atmosfera claustrofobica al pezzo. "Someday we'll know" della Brisebois è invece poco più che un elegante e orecchiabile brano pop che mostra la strada al futuro deplorevole dei due.
Il disco è anche caratterizzato da un contrasto evidente fra la musica leggera e brillante e i testi pessimistici, indirizzati a una decisa critica al mondo dello spettacolo e alla fascinazione eccessiva del pubblico verso le sue stelle.
L'atteggiamento ambivalente di Alexander nei confronti di questo mondo emerge nel prosieguo del percorso artistico dei New Radicals: dopo un successo clamoroso e un tour mondiale, a solo un anno dalla pubblicazione di "Maybe you've been brainwashed too", Alexander e Brisebois chiudono baracca e burattini e si dedicano al lavoro di produzione, composizione e sessions per altri, lavorando per Ronan Keating, Enrique Iglesias, Texas, Geri Halliwell, Mel C, Rod Stewart, Santana ("The Game of Love" è di Alexander e Nowels), Boyzone ("Love is a hurricane" è di Alexander e Brisebois), scrivendo tutte le canzoni del film "Begin again" con Mark Ruffalo e Keira Knightley (tutte canzoni a firma di Alexander, Brisebois o Nowels con Nick Lashley).
Difficile sapere cosa possa pensare uno come Alexander, che ha passato la giovinezza a cercare il successo disprezzando la banalità del pop contemporaneo e poi, una volta trovato, ha voltato le spalle a una possibile carriera da superstar per produrre musica discutibile per artisti mediocri. Questo album rimane come testamento di un modo migliore di comporre e incidere pop che purtroppo i suoi autori per primi non hanno saputo seguire.
- Prog Fox
Alexander e Brisebois decidono così di unire le forze e lavorano a un nuovo progetto, nel quale coinvolgono in primis l'amico Rick Nowels: i New Radicals, di fatto loro tre supportati da musicisti e amici che danno una mano. Si lavora in studio senza ambizioni e anche senza speranze, a brani perlopiù di Alexander, che si caratterizzano per un pop rock esuberante e ariegato, che sa toccare il blue eyed r&b dei Simply Red, il sofisti-pop degli Style Council e il wall of sound di Phil Spector, ammodernati agli anni novanta.
"You get what you give", composta da Alexander e Nowels, è il singolo di successo, un pezzo orecchiabile come pochi che sfonda nelle classifiche, ma il capolavoro del loro stile è probabilmente "I hope I didn't just give away the ending", uno dei pezzi pop più belli del decennio, in cui Alexander mostra anche appieno le sue ottime doti da cantante. Strepitosa anche la canzone che da il titolo all'album, con i suoni tuonanti delle percussioni e lo strano riff di chitarra acustica che conferiscono un'atmosfera claustrofobica al pezzo. "Someday we'll know" della Brisebois è invece poco più che un elegante e orecchiabile brano pop che mostra la strada al futuro deplorevole dei due.
Il disco è anche caratterizzato da un contrasto evidente fra la musica leggera e brillante e i testi pessimistici, indirizzati a una decisa critica al mondo dello spettacolo e alla fascinazione eccessiva del pubblico verso le sue stelle.
L'atteggiamento ambivalente di Alexander nei confronti di questo mondo emerge nel prosieguo del percorso artistico dei New Radicals: dopo un successo clamoroso e un tour mondiale, a solo un anno dalla pubblicazione di "Maybe you've been brainwashed too", Alexander e Brisebois chiudono baracca e burattini e si dedicano al lavoro di produzione, composizione e sessions per altri, lavorando per Ronan Keating, Enrique Iglesias, Texas, Geri Halliwell, Mel C, Rod Stewart, Santana ("The Game of Love" è di Alexander e Nowels), Boyzone ("Love is a hurricane" è di Alexander e Brisebois), scrivendo tutte le canzoni del film "Begin again" con Mark Ruffalo e Keira Knightley (tutte canzoni a firma di Alexander, Brisebois o Nowels con Nick Lashley).
Difficile sapere cosa possa pensare uno come Alexander, che ha passato la giovinezza a cercare il successo disprezzando la banalità del pop contemporaneo e poi, una volta trovato, ha voltato le spalle a una possibile carriera da superstar per produrre musica discutibile per artisti mediocri. Questo album rimane come testamento di un modo migliore di comporre e incidere pop che purtroppo i suoi autori per primi non hanno saputo seguire.
- Prog Fox
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