(disco completo ascoltabile qui: https://www.youtube.com/playlist…)
"Tapehead" potrebbe essere chiamato 'il più grande disco di rock mainstream degli anni '90 che nessuno ha mai sentito'. D'altronde i King's X sono una delle migliori band meno conosciute del rock americano, nel senso che il rapporto fra la qualità e la notorietà è incredibilmente basso per un gruppo che è uscito presto dall'underground e che non ha mai prodotto una tipologia di musica particolarmente ostica, il che non significa poco interessante o valida.
In un mondo
migliore al posto di Nickelback e roba simile ci sarebbero loro, che non
hanno mai sconfinato nel ridicolo sentimentalismo e negli atteggiamenti
da poseur di tanti gruppuscoli del post grunge. Loro però non erano
post grunge, per quanto qualche analogia fra il loro hard progressive e
il grunge ci sia pure stata. Ma la loro musica ha poco mercato, non ha
un target preciso: troppo giovani e dai suoni troppo alternativi per gli
amanti del rock classico anni settanta, troppo vecchi per gli amanti
del grunge, troppo hard rock per gli amanti del metal progressivo alla
Dream Theater. Eppure gli ascoltatori privi di preconcetti di Dream
Theater, Soundgarden e Pearl Jam potrebbero trovare pane per i loro
denti nella loro musica pensierosa, influenzata dal retroterra cristiano
dei tre membri, impegnati perennemente in una tormentata lotta con il
proprio io.
Lotta tormentata, abbiamo detto: tutti e tre cristiani, i tre texani detestano però l'ambiente del Christian rock di fine anni '80, che vedono come tentativo ipocrita di accreditarsi presso un certo pubblico. La loro evoluzione personale è difficile: il batterista Jerry Gaskill e il bassista Doug Pinnick abbandoneranno la Chiesa, quest'ultimo dopo avere accettato con difficoltà la propria omosessualità; Ty Tabor rimarrà invece un cristiano devoto a tutt'oggi. I temi spirituali e l'interesse per Dio, il rapporto con le religioni e il senso del sacro rimangono tema centrale della loro opera.
Non è chiaro a che punto del loro percorso si trovassero i tre compagni in "Tapehead", ma quello che per noi conta è che il disco è veramente riuscito. Non ci sono particolari novità nella loro musica, che segue appunto un percorso dove si incrociano un hard rock pre-grunge e influenze post-grunge; le influenze progressive sono molto meno marcate rispetto ai loro esordi, ma il disco non ne soffre, né ne soffre l'eccellente tecnica personale del trio, che comunque non ha mai amato i virtuosismi fini a se stessi ma ha preferito e preferisce esprimersi sia chiaramente all'interno della forma canzone che nel fornire un suono corale compatto e ben amalgamato. Tabor si concentra quindi su power chord e schitarrate aperte che riempiano il suono, Gaskill ha un ruolo centrale nel fornire un tappeto ritmico che occupi lo spazio sonoro con le percussioni, Pinnick tesse riff di basso che complementino la chitarra.
Il disco è straordinariamente accessibile nella tradizione migliore del rock, anche grazie alla buona ispirazione nelle composizioni e all'incrociarsi perfetto delle voci dei tre musicisti. E allora ci immergiamo con piacere nelle chitarre distorte e nella vocalità collettiva della aggressiva "Groove Machine" che apre l'album, nella meditabonda "Over and Over", nell'orecchiabilissima "Ocean", nel solo che domina "Higher than God", nella fantasia ritmica che apre "Happy" (uno dei pinnacoli del disco), nella brillante "Mr. Evil".
Forse i King's X avrebbero avuto più seguito se qualche fan di Chris Cornell, Eddie Vedder e Tom Morello avesse conosciuto la direzione che avrebbero preso i loro beniamini. Noi vi invitiamo a recuperare un bel disco di rock modesto e privo di pretenziosità che può essere di spunto per conoscere questa band davvero interessante.
- Prog Fox
Lotta tormentata, abbiamo detto: tutti e tre cristiani, i tre texani detestano però l'ambiente del Christian rock di fine anni '80, che vedono come tentativo ipocrita di accreditarsi presso un certo pubblico. La loro evoluzione personale è difficile: il batterista Jerry Gaskill e il bassista Doug Pinnick abbandoneranno la Chiesa, quest'ultimo dopo avere accettato con difficoltà la propria omosessualità; Ty Tabor rimarrà invece un cristiano devoto a tutt'oggi. I temi spirituali e l'interesse per Dio, il rapporto con le religioni e il senso del sacro rimangono tema centrale della loro opera.
Non è chiaro a che punto del loro percorso si trovassero i tre compagni in "Tapehead", ma quello che per noi conta è che il disco è veramente riuscito. Non ci sono particolari novità nella loro musica, che segue appunto un percorso dove si incrociano un hard rock pre-grunge e influenze post-grunge; le influenze progressive sono molto meno marcate rispetto ai loro esordi, ma il disco non ne soffre, né ne soffre l'eccellente tecnica personale del trio, che comunque non ha mai amato i virtuosismi fini a se stessi ma ha preferito e preferisce esprimersi sia chiaramente all'interno della forma canzone che nel fornire un suono corale compatto e ben amalgamato. Tabor si concentra quindi su power chord e schitarrate aperte che riempiano il suono, Gaskill ha un ruolo centrale nel fornire un tappeto ritmico che occupi lo spazio sonoro con le percussioni, Pinnick tesse riff di basso che complementino la chitarra.
Il disco è straordinariamente accessibile nella tradizione migliore del rock, anche grazie alla buona ispirazione nelle composizioni e all'incrociarsi perfetto delle voci dei tre musicisti. E allora ci immergiamo con piacere nelle chitarre distorte e nella vocalità collettiva della aggressiva "Groove Machine" che apre l'album, nella meditabonda "Over and Over", nell'orecchiabilissima "Ocean", nel solo che domina "Higher than God", nella fantasia ritmica che apre "Happy" (uno dei pinnacoli del disco), nella brillante "Mr. Evil".
Forse i King's X avrebbero avuto più seguito se qualche fan di Chris Cornell, Eddie Vedder e Tom Morello avesse conosciuto la direzione che avrebbero preso i loro beniamini. Noi vi invitiamo a recuperare un bel disco di rock modesto e privo di pretenziosità che può essere di spunto per conoscere questa band davvero interessante.
- Prog Fox
Nessun commento:
Posta un commento