martedì 25 settembre 2018

They might be giants: "Lincoln" (1988)

Festeggia trent'anni il superbo "Lincoln", secondo album degli americani They Might Be Giants, grandi esponenti del college rock più metapop, intelligente e umoristico.



 (disco completo qui: https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_nZM4w_Hw5R5NDydfw5dY4ftuwp2wxz0uk)

I They Might Be Giants sono due ragazzi cresciuti a Lincoln, Massachusetts, città fondata nel 1654, ovvero John Linnell (voce e tastiere, tra le quali spicca la fisarmonica) e John Flansburgh (voce e chitarre). I due sono dei guitti di prim’ordine, esponenti della scuola più umoristica e quirky del college rock americano. “Lincoln”, che prende nome dalla loro città, è il loro secondo album e migliora da ogni punto di vista il già divertente esordio omonimo del 1986.

L’obiettivo dei due John è di fare colpo con canzoni intelligenti, anche troppo intelligenti, testi con giochi di parole, cambi di ritmo e melodia, note intrecciate in modi usuali e inusuali, e tutto peraltro usando una drum machine. Ci riescono quasi sempre perché hanno una dote melodica superiore, roba degna degli XTC o dei Ramones. Ogni oggetto trovato nell’immensa distesa di rovine archeologiche punteggiate di centri commerciali moderni che è la musica degli anni 80 viene recuperato e riutilizzato ai loro fini, dal jazz al surf passando per il folk, le canzoni natalizie e quelle per bambini.

Funziona tutto? Ovviamente no, non puoi fare diciotto canzoni che durano meno di tre minuti e riuscire in ognuna, però il vantaggio di queste microcanzoni che sembrano la versione commerciale di quelle dei Residents è che non ci si annoia mai e ci si illumina spesso - la sequenza di canzoni fenomenali è interminabile: “An Ang”, “Cowtown”, “Purple Toupee”, “Where your eyes don’t go”, “The World’s Address”, “Santa’s Beard”, “Snowball in Hell”, ma sicuramente ognuno di voi avrà le sue preferite.

Qualcuno pensa che “Lincoln” sia il punto più alto della carriera di Linnell & Flansburgh. Per altri si tratta di “Flood”, il suo seguito del 1990 che è anche il primo disco del duo inciso in uno studio professionale di alto livello.
L’abbandono della visione DIY in favore della professionalità porterà più benefici o più problemi? 


Ne parleremo, ma questa è un’altra storia.

- Red

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