mercoledì 26 settembre 2018

Gianna Nannini: "Malafemmina" (1988)

Nel settembre di trent'anni fa usciva anche questo ottimo "Malafemmina" di Gianna Nannini. La cantautrice senese confeziona undici tracce del miglior pop rock italiano (e non) di quegli anni, tra grinta, slanci romantici ed erotismo (un po' pornaccioso come piace a lei).



(potete trovare il disco completo qui: https://www.youtube.com/playlist?list=PLsq37WHm6P3fqdcrNaetEdIaUe6jPqTMV)

Sicuramente uno dei migliori dischi della Gianna nazionale, “Malafemmina” ci mostra ancora la cantautrice senese in piena ispirazione. Di cadute di tono qua non ce ne sono proprio, e se siete amanti del pop anni ’80 il disco è quasi imprescindibile, anche se di innovazioni stilistiche rispetto al passato e al contesto che la circonda non ce ne sono, e i suoni di tastiera (inclusi i falsi glockenspiel e i fiati sintetizzati) sono pressoché insostenibili. Ciò che non invecchia invece è la chitarra elettrica di Marco Colombo, musicista creativo e dalla notevole sensibilità, che ovunque compare dipinge sotto ai brani paesaggi sonori da mozzare il fiato.

“Hey bionda” apre l’album con quel misto di pornaccioso e romantico che definisce bene molte sue canzoni, con la particolarità di una sorta di doppio ritornello. “Voglio fare l’amore” sposta la direzione su un mid tempo sentimentale condotto dall’ottima chitarra di Dave Stewart degli Eurythmics. Il punk pop di “Time lover” ruba la strofa a “Dancing with myself” dei Generation X, con un ritornello che però ci fa urlare ‘Giannona’ a squarciagola.

Altro esempio del romanticismo erotico di Gianna è “Luci Rosse”, con un ritornello emozionante e memorabile, mentre “Luna dell’Est” mantiene le promesse di etno rock contenute nel titolo. “Revolution” ci mostra la Nannini più sgolata possibile, in una delle sue migliori prove vocali del disco, con un immenso Colombo alla sei corde. Le ultime due tracce dell’album vedono la Gianna più riflessiva, prima con il pop romantico e soffuso di “Casablanca” e poi al pianoforte in “Donne in amore”, dolce chiusura di un disco davvero ispirato.

La Gianna ci confeziona insomma undici tracce di pop rock grintoso ed elegante (merito anche dei coautori, ora il tastierista Igor Campaner ora il collaboratore Fabio Pianigiani), capace di intrattenere senza far sentire in colpa chi lo ascolta (come solo il miglior pop sa fare), con testi che manco quando sono stupidi o erotici riescono a risultare banali. La varietà dei toni e la qualità delle melodie vincono sugli arrangiamenti talvolta datati: quanto sarebbe bello sentire questo disco dall’inizio alla fine in una versione dal vivo con una rock band come si deve?

Posto che ci vorrebbe sempre Colombo alla chitarra.

- Prog Fox

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