venerdì 21 settembre 2018

Ramones: "Road to Ruin" (1978)

Oggi si festeggiano i quarant'anni di "Road to Ruin" dei Ramones, loro quarto album. Per qualcuno è l'inizio della fine - se ne va Tommy Ramone, sostituito alla batteria da Marky - e il sound si diversifica con influenze country, ballate e addirittura un paio di brevi assoli.
In realtà, seppure non il loro capolavoro, il disco è assai valido e presenta in particolar modo una delle loro signature songs, "I wanna be sedated".



(quasi tutto l'album si può trovare qui sul tubo: https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_mqnkI2fjIVJWANUmpfmC8ShEJtjSgra2k)

I Ramones avevano gettato le basi del punk, con una controrivoluzione rivoluzionaria (o una rivoluzione controrivoluzionaria) a base di surf, pop e rock'n'roll, ed erano rimasti una band di culto, per punk, critici musicali e addetti ai lavori. Presto o tardi erano destinati ad ammorbidirsi e a voler cogliere i frutti del loro impatto, con un po' di successo e di gloria mainstream.

Se molti dicono che sia "Road to Ruin" (21 settembre 1978) a essere il primo disco della lenta discesa, questo è falso: "Road to Ruin" mostra di sicuro una band che si vuole rinnovare, dopo tre album di canzoni da 2 minuti cazzo, ma si tratta proprio di una aspirazione artistica, un desiderio di mutare il suono.

Ovviamente l'idea di fare qualcosa di appena diverso (più il fatto che il batterista Tommy Ramone, stufo della vita in tour, fu sostituito da Marky Ramone, anche se rimase come collaboratore e produttore) non piacque a nessuno, se non a qualche critico illuminato, ma il disco è fottutamente valido, anche quando non tutti gli esperimenti funzionano.

Intanto ci sono pezzi di punk pop nella tradizione della band che spaccano, tra cui "I wanna be sedated", una delle tre canzoni più famose dei Ramones (tre è un numero a caso, non mi chiedete quali siano le altre due, avrei potuto dire due, cinque, sette, dieci) e uno dei loro momenti più gloriosi; quasi altrettanto valide sono "Don't come close" (perché Blondie non l'ha mai cantata?) e la perfetta cover punkizzata di "Needles and Pins"; sul versante più hard rock non è male il mid-tempo opener "I just want to have something to do" ed è ottima "Go mental",

Dopo che "Road to Ruin" fu un flop di vendite e di critica, i Ramones rimasero decisamente perplessi su quale potesse essere la strada da seguire. Decisero di giocarsi la carta Phil Spector, che era fan del gruppo, realizzando quello che fu il primo disco dei Ramones mirato davvero a fare successo e vendere. Ci riuscì, ma a che prezzo! 


Ma questa è un'altra storia.

- Red

Nessun commento:

Posta un commento

ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO:   #  --  A  --  B  --  C  --  D  --  E  --  F  --  G  --  H  --  I  --  J  --  K  --  L  --  M  --  N  --  ...