Siamo
nel settembre del 1988, esce State of Euphoria degli Anthrax, a cui
spetta l’arduo compito di dare continuità alla propria carriera dopo i
due capolavori "Spreading the Disease" e soprattutto "Among the Living",
pubblicato un anno e mezzo prima. Quello che ne viene fuori è il lavoro
più controverso della loro carriera.
La morte di Cliff Burton due anni prima scosse un po’ tutti nell’ambiente,
e non fece eccezione il quintetto newyorkese guidato da Joey
Belladonna, Scott Ian, Dan Spitz, Frank Bello e Charlie Benante.
Abituati a vederli, oltre che come ottimi musicisti, come un combo di
buontemponi fuori dagli schemi del genere, portatori sani di energia
positiva e buonumore ruspante, si trovano scossi dalla tragica scomparsa
di Burton (a cui già dedicarono "Among the Living", di cui stavano
ultimando le registrazioni ai tempi dell’incidente), e un torbido
grigiore si impossessa del songwriting del gruppo: "State of Euphoria" è
la loro opera più drammatica e gelida.
Inoltre, il gruppo
alza con decisione il piede dal pedale dell’accelleratore, le
composizioni si fanno più cadenzate, le linee armoniche (dettate da una
comunque buona sezione ritmica condotta da Bello con un Benante sempre
efficace) più elaborate. C’è una cura maggiore verso l’aspetto melodico
delle canzoni. Le linee vocali di Belladonna sono decisamente meno
irruente e più controllate, e i testi, già talvolta indirizzati verso
argomenti sociali e tematiche controverse, sono diventati ancora più bui
e taglienti. Non sono gli stessi Anthrax di cui si aveva memoria.
Questa sterzata stilistica a molti non piacque. L’inizio della parabola
discendente del gruppo, culminata qualche anno dopo con
l’avvicendamento dietro al microfono di John Bush al posto del
carismatico Belladonna. Eppure il disco si attesta su buoni livelli,
nonostante siamo qualche spanna sotto ai due predecessori. "State of
Euphoria" ad oggi viene ricordato come l’album che contiene
"Antisocial", spassosa e travolgente cover rielaborata a modo loro,
presa in prestito dai francesi Trust (noti per essere stati il primo
gruppo di Nicko McBrain, poi “scambiato” alla pari con Clive Burr da
parte dei Maiden), unico pezzo che mise tutti d’accordo in quanto in
linea con le produzioni precedenti.
Però, vogliamo ricordare
con piacere altri pezzi di pregevole fattura, su tutti l’opener "Be All,
End All", in cui l’intro con un violoncello che riprende il riff
iniziale mette subito in chiaro quanto il loro groove sia diventato più
crepuscolare. Bel tiro, veloce ma non troppo, la coppia di asce
assemblata da Ian e Spitz produce e incastra riff ispirati, il pezzo
esemplifica la tendenza del gruppo ad armonizzare le proprie ritmiche.
Discorso analogo per l’altrettanto efficace "Now It’s Dark", pezzo il
cui testo si ispira al film Velluto Blu di David Lynch, e in particolare
al bizzarro personaggio di Frank Booth, interpretato da Dennis Hopper.
Di buona presa anche gli up-tempo Make Me Laugh (in cui il gruppo se la
prende con i predicatori evangelici) e Out of Sight, Out of Mind, pezzo
saturo dell’indole mosh del gruppo. Su buoni livelli si attestano anche
Schism e la conclusiva Finalé, roboanti al punto giusto e condotte senza
perdere di vista il senso della melodia. Non particolarmente degna di
nota la copertina, co-prodotta dal disegnatore di vignette satiriche
americano Mort Drucker.
Come detto, l’album alla sua uscita fu
accolto in modo tiepido, e le vendite registrarono un calo rispetto al
passato, purtroppo le aspettative erano state deluse. La band stessa, a
parte Antisocial e Be All, End All non promosse mai adeguatamente il
resto del disco nelle proprie esibizioni dal vivo, quasi ad archiviare
questa parentesi “buia” della loro carriera. Almeno, non ne risentì la
loro fama, dato che aprirono i concerti per Iron Maiden, Metallica e
Ozzy Osbourne nei mesi seguenti l’uscita di State of Euphoria. Non
saranno ricordati per questo disco gli Anthrax, ma rappresenta comunque
un importante tassello della loro carriera.
- Supergiovane
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO: # -- A -- B -- C -- D -- E -- F -- G -- H -- I -- J -- K -- L -- M -- N -- ...
-
Nell'ottobre di quarant'anni fa viene pubblicato "Robinson - come salvarsi la vita", nono album del cantautore milanese ...
-
Il 23 gennaio del 1967 esce "Jacques Brel 67", il nono album del cantautore belga Jacques Brel. Brel entra nello studio Barclay di...
Nessun commento:
Posta un commento