domenica 16 settembre 2018

Nelly: "Brass Knuckles" (2008)


Nelly è uno che ha usato l’orgoglio come strumento per imporsi di fare sempre bella figura, e il confine sottile tra cura maniacale dei dettagli e megalomania si manifesta perfettamente in "Brass Knuckles", del 2008, quinto album denso e colmo di collaborazioni che arriva quattro anni dopo gli ultimi lavori ufficiali.
 
 

L’attesa relativamente lunga, la lista di invitati eccellenti (nel periodo in cui l’hype diventava esso stesso intrattenimento) gonfiano delle aspettative perlopiù osservate, ma che danno l’idea che alcune parti non siano state collocate in maniera organica.

La produzione è mista, causa e conseguenza dello stile rilassato di alcuni momenti dell’album (i migliori e peggiori allo stesso tempo) che, a partire dalla copertina, ha più a che fare con una mostra espositiva che non con una serie di canzoni.

Queste sono molto rifinite, e il pop viene preso sul serio sfidando un po’ i tempi, un po’ le critiche storiche. In un’ora di ascolto (70 minuti nella versione con Bonus Track) è difficile trovare dei punti morti: Nelly non si è certo risparmiato e anzi fa la parte di quello che partecipa da protagonista, festeggiato, ospite e addetto ai lavori. Solo due dei sodali, Fergie e Pharrell, gli regalano una sfida degna della sua immagine, per il resto la lama sembra meno affilata ma con l’illusione che lo sia perché la carne è troppo morbida.

(Nota finale: un favore a se stessi togliere "Lie" dalla playlist.)

- Piro

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