Uscito
il 22 settembre del 1998, “Whisper Supremacy” è il terzo album da
studio dei Cryptopsy, band dedita a un death metal estremo proveniente
da Montreal, nel Canada francofono. Pionieri del genere e della sua
evoluzione, compongono assieme ai Cannibal Corpse da Tampa in Florida e
ai newyorkesi Suffocation il terzo punto cardinale dello sviluppo del
death metal primordiale in brutal, slam e technical.
A dispetto del bonario e pacifico paese da cui provengono, i Cryptopsy,
attivi dal 1992, si sono da sempre contraddistinti per la potente
ferocia e l’elevato tasso tecnico delle loro composizioni, il tutto
sparato a velocità folli.
Dopo aver ben impressionato con il
debutto “Blasphemy Made Flesh” ed essersi consacrati con il caposaldo
del genere “None So Vile”, il gruppo strappa un contratto con la
blasonata Century Media, e si rifà parzialmente il trucco, apportando
consistenti modifiche alla loro proposta musicale
Nuovo
cantante, fuori lo storico singer e fondatore Lord Worm (si, è solo il
suo nome d’arte), e dentro Mike DiSalvo: stilisticamente le differenze
fra i due sono enormi, a differenza di Lord Worm, DiSalvo è padrone di
un growl potente ma controllato, a differenza del gutturale grugnito
tanto bestiale quanto sguaiato appartenente suo predecessore. Ciò
nonostante, Lord Worm sarà ancora l’autore di alcuni dei testi presenti
nel disco, continuando a marchiare i pezzi con la sua perversa e
decadente vena poetica, il che è un bel paradosso in quanto il suo
“cantato” è sempre stato assolutamente incomprensibile.
L’altra novità è rappresentata dall’aggiunta di un secondo chitarrista,
Miguel Roy, la sua tuttavia sarà una breve parentesi in quanto sarà
sostituito nel giro di poco tempo dall’eccellente Alex Auburn. Queste
due new entry si vanno ad aggiungere al cuore pulsante della sezione
ritmica, il fenomenale chitarrista Jon Levasseur, il funambolico
bassista Eric Langlois e alla batteria quella macchina da guerra che
risponde al nome di Flo Mounier, da sempre uno dei più estrosi ed
estremi drummer in circolazione. All’epoca era probabilmente il più
dotato trio di strumentisti nel settore.
Il loro songwriting,
che cercava di fondere tecnica e groove, si evolve e diventa ancora più
intricato e ostico e i pezzi si fanno ancora più estremi e vengono
intelaiati su schiere di 300 riff condotti dai giochi di prestigio di
Langlois e dall’inesaustibile Mounier dietro le pelli, forte della sua
fantasia compositiva e dai suoi inconfondibili blast beat “crashati”,
suo marchio di fabbrica. Otto pezzi per mezz’ora da lasciar senza fiato.
Pezzo forte del piatto, è la superba “Cold Hate, Warm Blood”, un pezzo
dove il gruppo concentra tutto quello che dovrebbe essere l’abc del
death metal tecnico, ferocia, velocità, tecnica, potenza, polivalenza
ritmica e anche insana melodia, esasperando il tutto ai massimi livelli.
Si tratta non solo del più gran capolavoro del gruppo canadese, ma è
anche uno dei migliori pezzi death mai scritti.
Al suo
cospetto rischiano quasi di sfigurare altri pezzi bomba come la
tostissima White Worms e la terremotante opener “Emaciate”, altri pezzi
che rappresentano gli apici compositivi dei Cryptopsy della loro
carriera di oltre un quarto di secolo. Meritevoli di menzione sono anche
“Loathe” e “Flame to the Surface”, pezzi belli tosti che fanno la voce
grossa, nonché l’ottima outsider “Faceless Unknown”.
Una prova
complessivamente stupefacente, sarà purtroppo anche l’ultima dato che
il gruppo proseguirà con il meno valido “…And Then You’ll Beg” e dopo
entrerà in una fase di stallo compositivo che li porterà a perdere per
strada tutti i pezzi, lasciando Mounier come unico superstite.
“Whisper Supremacy” è uno di quei dischi inossidabili nonostante gli
anni sul groppone, assolutamente fondamentale per il genere, e la
miglior testimonianza sonora di quanto prodotto dai Cryptopsy assieme a
“None So Vile”.
- Supergiovane
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