lunedì 13 agosto 2018

Jeff Beck: "Truth" (1968)

"Truth" è il primo disco solista di Jeff Beck, uno dei grandi chitarristi inglesi sorti dalla scena blues degli anni Sessanta, e si colloca in quella meravigliosa era di transizione fra il blues rock e l'hard rock britannico, che si concluderà idealmente con la nascita dei Black Sabbath.




Alla fine del 1966, Jeff Beck lascia The Yardbirds nelle mani di Jimmy Page e inizia una carriera solista con l'idea di porre la propria chitarra elettrica sperimentale e creativa al centro del suono.

Tra 1967 e 1968, Beck pubblica tre 45 giri, caratterizzati da brani più pop e commerciali sul lato A e brani più blues rock sul lato B. Le inclinazioni di Jeff sono chiaramente orientate al secondo tipo di pezzi, e la cosa emerge chiaramente quando, nel maggio del 1968, il chitarrista si infila in studio per incidere il suo primo LP, "Truth".

Con lui in studio c'è un giovane e talentuoso cantante soul blues di origine scozzese, Rod Stewart, un chitarrista riadattato a suonare il basso, Ronnie Wood, e un giovane ma già molto richiesto sessionman alla batteria, Mickey Waller, scelto dopo numerosi avvicendamenti allo strumento. Numerosi gli ospiti, in primis John Paul Jones Official al basso e all'organo e Nicky Hopkins al pianoforte.

La musica di quella che sarà la prima formazione in studio del cosiddetto Jeff Beck Group fa parte di quella meravigliosa epoca di transizione fra il blues rock e l'hard rock britannico, che si concluderà idealmente con la nascita dei Black Sabbth. Il Jeff Beck Group si colloca idealmente in un punto intermedio fra i Cream in procinto di sciogliersi e i Led Zeppelin in procinto di nascere, anche se questa definizione rimane perlomeno riduttiva: è il carattere sperimentale della chitarra del leader che proietta composizioni e cover effettivamente poste all'interno del blues rock in una direzione del tutto innovativa e diversa, che non è né psichedelica come il suo lavoro con gli Yardbirds, né hard rock come la band dell'amico Page.

Per venire alle canzoni, tre sono composizioni originali di Jeff Beck e Rod Stewart, tutte di matrice blues rock e in parte riadattate da blues più vecchi: si tratta del capolavoro del disco "Blues De Luxe" (in cui Jeff Beck sa mettere d'accordo il passato del blues di BB King e il futuro del blues di Steve Ray Vaughan, tra richiami alla tradizione e fulminanti fraseggi futuristici), "Let me love you" e "Rock my plimsoul", in cui Rod Stewart sa tenere testa alla chitarra in quello che è in effetti il suo trampolino di lancio per una carriera stellare.

Sei canzoni sono invece cover di origine disparata, tutte fatte oggetto del trattamento blues progressivo e futuristico del chitarrista: oltre a bizzarre versioni di canzoni famose come per esempio "Ol' Man River" e "Greensleeves", Beck, da buon bluesman, fornisce il proprio arrangiamento di due classici di Chicago, "You Shook Me" (di Willie Dixon e Muddy Waters) e "I Ain't Superstitious" (di Willie Dixon e Howlin' Wolf).

A latere va poi registrata la presenza sull'album di un pezzo che risale al 1966, "Beck's Bolero", composto da Jimmy Page e suonato da un supergruppo inedito formato da Beck, Page, Keith Moon degli Who alla batteria, John Paul Jones (futuro Led Zeppelin) al basso e Nicky Hopkins alle tastiere. A fianco di "Blues De Luxe", si tratta del brano migliore del disco, pieno di allusioni folk ispaneggianti e psichedeliche, che però mostra più l'eclettismo compositivo di Page e quindi non è davvero rappresentativo dell'LP di Beck.

"Truth" è un disco davvero influente nella storia della chitarra rock e della infuocata trasformazione che portò il blues a diventare heavy metal. Si tratta però di un disco orientato più agli amanti della chitarra che non degli ascoltatori occasionali, che avranno già sentito spesso diversi dei brani riproposti su "Truth". A Jeff Beck interessava molto più lavorare sul proprio suono che non comporre. Correggerà in parte il tiro negli anni successivi, ma la proiezione sul proprio strumento resterà prevalente su tutto il resto - compresi i rapporti umani con i propri collaboratori musicali - per tutta la sua carriera.

- Prog Fox

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