domenica 12 agosto 2018

Big Brother and the Holding Company: "Cheap Thrills" (1968)

Quando esce "Cheap Thrills", Janis Joplin e la sua band - i Big Brother and the Holding Company - sono già superstar, e tutto ciò che si chiede loro è un capolavoro in studio che ne sublimi la grandezza. Detto fatto: "Cheap Thrills" resta il pinnacolo della fin troppo breve carriera della Joplin.


Per sintetizzare: "Cheap Thrills" è il più convincente incrocio mai concepito di blues texano e rock psichedelico della Baia; e il momento artistico più importante della vita dei suoi quattro compagni di viaggio (James Gurley, chitarra; Dave Getz, batteria; mentre Sam Andrew e Peter Albin si scambiano basso e seconda chitarra).

Janis Joplin, amante del blues, del folk e degli scrittori beat, sessualmente libera e bisessuale, non a caso spiana la strada a uno sterminato numero di donne libere del (e nel) rock and roll e, da un punto di vista più strettamente musicale, indica ad altri conterranei come gli ZZ Top la via a un blues rock distorto e moderno, pur rimanendo al tempo ancora fortemente ancorata all'ideologia e alla musica degli hippie.

Nata nel 1943 e trasferitasi a San Francisco nel 1963, la Joplin ebbe subito spiacevoli esperienze con la droga, diventando dipendente dalle metanfetamine e dovendo ritornare nella nativa Port Arthur nel 1965. L'anno successivo, però, una band di hippie amanti del blues di San Francisco, i Big Brother & the Holding Company, la reclutarono andandola a cercare personalmente in Texas. Questo cambiò la sua vita, come quella di Achille ritrovato a Creta destinata a brillare intensamente per un breve momento.

Il primo disco del gruppo era ancora di folk blues abbastanza convenzionale, ed uscì nell'agosto del 1967, lasciando perplessi i fan che avevano assistito alla favolosa, inebriante performance del gruppo al festival di Monterey a giugno: ma l'album era stato registrato mesi prima che la chimica della band e la voce della Joplin avessero trovato la loro strada. "Cheap Thrills", pubblicato nell'agosto dell'anno successivo, fu tutt'altra storia.

Il secondo LP dei Big Brother (con copertina ineguagliabile del geniale cartoonist Robert Crumb) è certamente elevato a grandezza sublime dalla voce della Joplin, forse la più grande cantante americana bianca del secondo Novecento. Ma non bisogna sminuire il fatto che le composizioni originali del gruppo sono riuscite e che il gruppo stesso, per quanto non formato da virtuosi, resta quello che ha saputo fornire il supporto e il sound più adeguato alla cantante.

L'album si apre con il brano corale "Combination of the Two", brillante composizione del chitarrista Sam Andrew che sa mettere in luce i diversi talenti del gruppo, primo fra tutti quello di Janis. Si tratta forse del punto più alto del gruppo come collettivo, nonostante il fatto che i brani più famosi siano tre cover perfette, definitive: "Summertime" dei fratelli Gershwin, "Piece of my heart", originariamente scritta da Bert Ragovoy per Erma Franklin, sorella maggiore di Aretha, e soprattutto "Ball and Chain", un inedito della cantante afroamericana Big Mama Thornton, dilatato in un blues acido e infuocato che chiude con i suoi oltre nove minuti il disco e che rappresenta invece il punto più alto della carriera di cantante della Joplin.

Queste quattro tracce da sole basterebbero per rendere il disco un capolavoro. Ma a ricordarci il valore di Janis Joplin come autrice stanno le restanti tre canzoni del disco: "Turtle Blues", in particolare, col produttore John Simon ai tasti bianchi e neri, è un altro pezzo perfetto che richiama i primi blues pianistici degli anni '20; e sono più che oneste anche la blueseggiante "I need a man to love" (composta con Sam Andrew) e la ballata psichedelica e orientaleggiante "Oh, sweet Mary", scritta a dieci mani da tutta la formazione.

Il successo di "Cheap Thrills" (8 settimane primo in classifica) distruggerà la collaborazione fra Janis, spinta a una carriera solista da superstar, e il resto della band. Porterà anche la Joplin a essere vittima dell'amicizia interessata di drogati e sicofanti, che la porteranno alla morte per overdose di eroina due anni dopo, il 4 ottobre del 1970, a soli 27 anni - appena sedici giorni dopo la morte di Jimi Hendrix.

Janis avrà ancora il tempo di incidere grande musica che contribuirà ad aumentare la sua fama fra i posteri e - cosa forse più importante - ad aprire la strada a tante altre musiciste e cantanti future. Ma il momento più grande della sua carriera resterà questo disco, perfetta fusione di blues bianco e acid rock.

- Prog Fox

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