lunedì 6 agosto 2018

Blue Cheer: "Outsideinside" (1968)

I Blue Cheer arrivano al secondo album con la fama di alfieri del nascente hard rock e come una delle band più rumorose del tempo. La concorrenza è spietata, essendoci in giro la Jimi Hendrix Experience, i Cream, gli Steppenwolf, gli Iron Butterfly, gli Stooges e gli MC5, e i Blue Cheer non sono certo i più tecnici del circuito. Con il loro debutto "Vincebus Eruptum" del 1967 avevano compensato la differenza tecnica da Hendrix e Clapton aumentando al massimo il livello del rumore, con risultati certamente meritori nell'evoluzione del genere.



Con "Outsideinside", il gruppo composto da Leigh Stephens (chitarra), Dickie Peterson (basso e voce) e Paul Whaley (batteria) si trova così davanti a un passo come sempre difficile, ovvero l'incisione del secondo album. Ripetersi pedissequamente? Aumentare all'estremo l'aggressività? Addolcirsi secondo le influenze della summer of love? Oppure diversificare la proposta?

La soluzione scelta, encomiabile, è la quarta. Purtroppo, pur essendo cresciuti come musicisti, i Blue Cheer mostrano che quando vengono loro a mancare il suono grezzo e l'aggressività smodata del primo album, non sempre riescono a comporre musica interessante.

Brani di livello non ne mancano: c'è quello di apertura, "Feathers from your tree", così come quello di chiusura, "Babylon", brani di hard rock che sanno partire dalla lezione di Jimi Hendrix per affermare qualcosa di sinceramente personale e potente. "Babylon", in particolare, un blues moderno che sa coniugare soli psichedelici, aggressività e raffinatezza, sembra potere tracciare una strada felice per le sorti del complesso.

Anche "Sun cycle" appare riuscita, nel suo passare da una indolenza torpida a efficaci soli psichedelici punteggiati dalla batteria ingombrante di Whaley.

In negativo, al di là di una cover di "Satisfaction" dei Rolling Stones e una di "The Hunter" di Albert King di cui francamente non si sentiva il bisogno, ci sono anche dei pastiche hendrixiani troppo smaccati - e superati - ("Just a little bit", "Gypsy Ball"). Sono pezzi che indeboliscono un disco che in ogni caso rimane più che dignitoso senza raggiungere le vette dell'esordio.

Si tratta anche dell'ultimo LP dei Blue Cheer con la formazione originale, dato che poi il brillante, inventivo chitarrista Leigh Stephens verrà cacciato e la band soffrirà di numerosi cambi di formazione durante le registrazioni del terzo disco "New! Improved".

- Prog Fox

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