"Renaissance",
uscito nel giugno del 1968, è il terzo album degli americani Vanilla
Fudge, ed il primo della band a essere costituito in larga parte da
composizioni proprie (cinque su sette), che proseguono il lavoro nel
solco dell'hard rock psichedelico coniato dai quattro.
Rispetto ai due dischi precedenti, quindi, si
ha una maggiore omogeneità del suono e del lavoro: pezzi come
"Paradise" e "That's what makes a man" sul lato A sono potenti e
intriganti, con le armonie corali dei quattro e il suono sporchissimo e
proto-progressive dell'organo di Mark Stein a dominare l'atmosfera.
Assolutamente personali e riconoscibili sono poi il basso di Tim Bogert e
la batteria di Carmine Appice, mentre Vince Martell fornisce gli
elementi più hard con la sua chitarra ispirata a Hendrix.
A
completare l'album stanno poi "The spell that comes after", scritta per
loro dalla cantautrice Essa Mohawk, una scoperta di Zappa, e soprattutto
una allucinata, magistrale cover della "Season of the Witch" di
Donovan, uno dei pezzi più riusciti di tutto il disco.
È
interessante anche il singolo inciso durante le sessions dell'album, in
cui compaiono una straniata cover di "The Look of Love" di Bacharach (a
metà fra Beach Boys e Percy Sledge strafatti di acido) e una nuova
composizione di Stein, "Where is my mind". Fortunatamente, il cd oggi
ospita queste due tracce in aggiunta al resto dell'album, rendendolo
ancora più meritevole di ascolto.
In questo 1968 è chiaro che
le capacità dei Vanilla Fudge non sono ancora a regime dal punto di
vista compositivo, ma la crescita del gruppo, maggiormente impegnato a
costruire che non a interpretare e provocare, è evidente, e produrrà
risultati ancora migliori.
- Prog Fox
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