martedì 26 giugno 2018

Pentangle: "Pentangle" (1968)


Il primo disco di folk rock britannico che seppe unire i due mondi in forma davvero completa, compiuta e innovativa fu realizzato da un quintetto di musicisti giovani eppure già veterani chiamato Pentangle.

L'idea di base non è la più innovativa, perché dopotutto i Byrds e Bob Dylan l'avevano già pensata nel 1965; ma l'unione di musica considerata colta e intellettuale, impegnata politicamente negli Stati Uniti e filologicamente rigorosa in Gran Bretagna, non era ancora accettata ovunque: Dylan nel 1967, per esempio, era stato sonoramente contestato nei suoi tour con la Band.

In Gran Bretagna, la scelta di Bob Dylan influenzò non solo una generazione di giovani cantautori quali Donovan, Nick Drake, Van Morrison, e le passioni folk di giovani rocker come John Lennon e Jimmy Page, o dei più grandi innovatori del cantautorato psichedelico britannico, gli Incredible String Band; ma per loro, fagocitatori di generi ed essenzialmente provenienti da una musica percepita come pop e molto più libera, era facile. Ciò che era meno scontato era quanto la scelta di Dylan ispirò musicisti che appartenevano alla austera scena del folk revival britannico.

Furono i chitarristi folk Bert Jansch e John Renbourn, che avevano già inciso dischi da artisti solisti, come duo e come sessionmen, ad avere il coraggio di quel passo dal versante del folk revival, a fare il passo di Bob Dylan. Reclutarono la cantante folk Jaqui McShee e la sezione ritmica del bluesman elettrico Alexis Korner (vero e proprio mentore di un numero enorme di musicisti), costituita dal contrabbassista Danny Thompson e dal batterista Terry Cox.

La scelta del quintetto è di realizzare un album che mescoli composizioni originali e brani tradizionali, riletti però in modo più ardito, secondo una chiave jazz blues, pur ancora del tutto acustica, decisamente inedita e riuscita. Tra le cover, strepitosa "Let no man steal your thyme"; tra gli inediti spiccano la jazzata "Bells", la conclusiva "Waltz" e soprattutto il tour-de-force di "Pentangling", forse pinnacolo di tutto l'album.

Potremmo forse dire che il valore innovativo del disco supera l'effettiva godibilità dello stesso: questo perché a dominare tutto il loro folk blues acustico in tinte jazz è un eccessivo senso di austerità, tant'è che se non si presta attenzione il lato B dell'album diventa solo un gradevole suono di sottofondo.

L'idea però dovette essere come un sasso nello stagno un po' statico del folk revival britannico, e il riverbero delle onde generò una messe di opere di grandissimo interesse. Basterebbe questo per volerlo ricordare; se ci aggiungiamo alcuni brani di grande coinvolgimento, non possiamo che consigliarne l'ascolto.

- Prog Fox

Nessun commento:

Posta un commento

ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO:   #  --  A  --  B  --  C  --  D  --  E  --  F  --  G  --  H  --  I  --  J  --  K  --  L  --  M  --  N  --  ...