mercoledì 6 giugno 2018

Cars: "Cars" (1978)

Il 6 giugno di quarant'anni fa usciva "The Cars", album omonimo della band di Boston, protagonista della scena new wave della città del New England.

I Cars confezionano un prodotto perfetto, che sa incrociare power pop e new wave come pochi prima e dopo di loro.



I Cars vengono fondati a Boston nel 1976 e si costruiscono lentamente una solida reputazione nei locali e nelle radio della città. Scelti dalla Elektra come il top act del loro scarno roster new wave, incidono a febbraio del 1978 il loro album omonimo, che esce il 6 giugno dello stesso anno.

"The Cars" è un fantastico disco che unisce new wave e power pop come nessuno era ancora riuscito a fare, anche grazie al suono impeccabile, leccatissimo, disegnato dal produttore Roy Thomas Baker, noto soprattutto per il lavoro coi Queen (del cui sound ci sono chiare influenze infatti).

A condurre il gioco è il leader Ric Ocasek, lungagnone di origini polacche che scrive canzoni sarcastiche e disimpegnate che si accoppiano bene a quelle dei Ramones nei testi e sembrano un incrocio di Cheap Trick e Talking Heads nelle musiche. Il tocco dell'artista sta nella sua incredibile sensibilità pop'n'roll, con tutto il cucuzzaro di influenzine anni cinquanta riscontrabili nel doo woop e nei call and response quasi gospel, come in due delle canzoni migliori di tutto il lotto, "My best friend's girl" e "Just what I needed".

Altre canzoni notevoli sono "Good times roll", il finale di "All Mixed Up" e soprattutto "Don't cha stop", ma tutto "The Cars" è un disco originale e pieno di idee: non c'è nulla che non sia già stato sentito nel rock, ma la fusione di idee e suoni è certamente inedita, anche grazie alla creatività di tutti e cinque i musicisti (Ric Ocasek, chitarra e voce; Elliot Easton, chitarra; Greg Hawkes, sax e tastiere; Benjamin Orr, basso e voce; David Robinson, batteria). Interessante anche l'uso delle due diverse voci soliste, quella più nasale e punk di Ocasek e quella più classica di Orr.

Il disco fu un grande successo e proiettò i Cars in prima linea fra le band di new wave di fine anni settanta, al punto che la casa discografica volle rinviare l'uscita del loro secondo album, "Candy-O" per non danneggiare le ancora buone vendite del primo. La cosa però non fu possibile, perché il quintetto di Boston aveva le idee chiare su chi dovesse decidere le cose in quel momento.

Ma questa è un'altra storia.

- Red

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