venerdì 25 maggio 2018

Vasco Rossi: "Ma cosa vuoi che sia una canzone" (1978)

Il 25 maggio di quarant'anni fa usciva "Ma cosa vuoi che sia una canzone", primo LP di Vasco Rossi.





Vasco Rossi nasce a Zocca il 7 febbraio del 1952, sull'Appennino modenese. Dopo una pessima esperienza alle scuole salesiane, conseguisce il diploma di ragioneria a Bologna, poi si iscrive all'università, vivendo con passione e sregolatezza l'atmosfera ribelle della città, senza però appassionarsi alle lotte politiche, e abbandonando Bologna a otto esami dalla laurea in Pedagogia.

È in questo contesto che il giovane, appassionato di cantautori italiani, rock e punk angloamericano, apre con l'amico Marco Gherardi la radio libera Punto Radio nella natìa Zocca. Lega con gli ambienti modenesi e bolognesi delle radio libere e spinto dall'amico Gaetano Curreri inizia a esibirsi alle serate organizzate da Punto Radio.

Le prime canzoni di Vasco a essere registrate sono "Jenny è pazza" e "Silvia". Vengono pubblicate il 15 giugno del 1977 su singolo in sole 2500 copie; ma quando a novembre dello stesso anno iniziano le incisioni del suo primo album, "Ma cosa vuoi che sia una canzone", vengono modificate.

"Jenny è pazza" è il primo capolavoro di Vasco Rossi, un brano che contiene in sé tutte le influenze del Blasco: il tema sociale e la chitarra folk dei cantautori, il sintetizzatore moog come i vecchi gruppi progressive, la chitarra elettrica sporchissima come i punk.

Altre canzoni del Vasco venticinquenne sono già meravigliose: "La nostra relazione" è un altro pezzo degno dei cantautori amati, tra Guccini e Vecchioni; "Ambarabaciccicoccò" mostra la vena sarcastica e antipolitica di Rossi, impegnato a schernire bonariamente un padre di famiglia comunista nella confusione degli anni di piombo e del compromesso storico, che ci da uno dei quadri più interessanti e satirici del tempo; "Ed il tempo crea eroi" è una brillante riflessione con il primo contributo dell'amico di sempre Maurizio Solieri, qui alla chitarra acustica.

Sebbene siano episodi minori, anche "...e poi mi parli di una vita insieme" e "Silvia" ci mostrano già l'istintiva affinità del Blasco per il gentil sesso che esploderà l'anno dopo con "Albachiara".

Fra i collaboratori del disco vanno ricordati almeno il produttore Alan Taylor, bassista giunto in Italia negli anni sessanta e diventato un compositore dell'Italdisco; il batterista Gilberto Rossi detto Attila, noto soprattutto per la sua lunga frequentazione con Ivan Graziani; e tre musicisti della scena bolognese, il già menzionato tastierista Gaetano Curreri, il chitarrista Ricky Portera e il batterista Giovanni Pezzoli, che fonderanno gli Stadio nel 1981.

Disco fortemente giovanile e ancora lontano dalle atmosfere standard del rocker di Zocca, resta comunque un LP assolutamente da non trascurare, che potrebbe piacere anche ai più violenti critici del Blasco nazionale, nonostante qualche pezzo trascurabile. Il tono dell'album verrà leggermente corretto per il successivo "Non siamo mica gli americani!", in cui comparirà il cavallo di battaglia "Albachiara".

Ma questa è un'altra storia.

- Red

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