Prima del loro temporaneo scioglimento, i Suffocation diedero alle stampe il mini lp "Despise the Sun", pubblicato il 30 aprile 1998. Si, si tratta solamente di un mini ellepi, solamente cinque pezzi, solamente poco più di un quarto d’ora di durata, ma rimane comunque il giro di boa e una delle migliori cose prodotte dal gruppo durante l’arco della loro trentennale carriera.
I Suffocation, originari di New York, sono il perfetto archetipo dell’incarnazione dello slam (brutal death) metal o, se vogliamo, lasciando stare le etichette, uno dei primi gruppi ad adottare soluzioni compositive più complesse e brutali rispetto ai colleghi che all’epoca si cimentavano nel produrre un sano death metal old school senza tanti fronzoli: chitarroni pesantissimi e distorti, un plotone di riff spediti incastrati fra loro, blast beat a profusione, rallentamenti controtempi e breakdown in quantità industriale, e le parti vocali ben marcate dai gutturali e potenti vocalizzi di Frank Mullen, uno dei maestri dell’inhaled growl.
Grazie ai primi tre album il gruppo ottenne notevole considerazione all’interno della scena estrema metal mondiale; ma saltiamo direttamente al 1998: oltre al già citato singer (di cui sono memorabili anche le improponibili gesticolazioni in sede live), a completare l’organico troviamo gli altri co-fondatori, Doug Bohn al basso e Terrance Hobbs alla chitarra, supportato dal collega Doug Cerrito alla seconda ascia; alla batteria invece il gruppo si rifa parzialmente il look ingaggiando l’eccellente Dave Culross, fuoriuscito da poco dai Malevolent Creation.
Il mini lp si apre con la celebre "Funeral Inception", probabilmente il loro pezzo migliore in assoluto e autentico schiacciasassi d’alta scuola. Potenza, velocità, tecnica, brutalità, groove. Serve altro?
Su buoni livelli anche il resto del lavoro, su cui spicca anche la devastante, conclusiva "Catatonia", un altro dei loro capisaldi certificati. Questo è quanto, non provate nemmeno a cercare anche un sol barlume di melodia qua dentro, non ne troverete nemmeno un accenno.
Da qui il gruppo si scioglierà, non per molto, giusto sei annetti, e quando torneranno insieme lo faranno con la lineup originale. "Despise the Sun" resta uno dei loro apici in formato bonsai, spesso snobbato per il fatto di essere un mini, ma tappa assolutamente imprescindibile per i fan del genere e del gruppo, soprattutto perché, nonostante una serie di album positivi pubblicati in seguito, non si ripeteranno più martellando a questi livelli.
- Supergiovane
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