Il 28 aprile si celebrava il ventennale di uno dei migliori album di epic metal mai pubblicati: "Nightfall in Middle Earth" dei tedeschi Blind Guardian.
Basandosi sul nucleo centrale del "Silmarillion" di JRR Tolkien, ovvero la lotta degli elfi Noldor contro il malvagio Morgoth, sorta di angelo caduto dell'epica tolkeniana, il gruppo e un piccolo numero di collaboratori si destreggia con perizia e inventiva fra il materiale tematico e realizza un disco formalmente perfetto e dalla grande carica emotiva, immancabile per ogni appassionato di metal e high fantasy.
I Blind Guardian (Hansi Kürsch, voce; André Olbrich e Marcus Siepen, chitarre; Thomen Stauch, batteria; con il supporto del nuovo membro esterno Oliver Holzwarth al basso) arrivano al sesto album forti di una crescita continua che li ha portati alla realizzazione dell'ottimo "Imaginations from the other side" nel 1995. La band tedesca, una delle migliori espressioni dell'epic metal, branca del power metal particolarmente devota alla narrazione di storie in stile fantastico (soprattutto fantasy), ha scritto molti brani a tema, coi quali dare un tributo entusiastico ai loro autori prediletti, da JRR Tolkien a Michael Moorcock, passando per la mitologia nordica e quella greco-romana. Ma ormai si sentono sufficientemente pronti per tentare la carta del concept album, e per farlo tentano una scommessa particolarmente ambiziosa, quella di mettere in musica il nucleo centrale del "Silmarillion" di JRR Tolkien. Operazione perfettamente riuscita, che produce uno dei massimi capolavori del metal anni novanta, "Nightfall in Middle Earth".
Il disco si compone di ventidue tracce, diverse delle quali sono solo narrazioni (a cura di Norman Eshley e Douglas Fielding) che tengono insieme la storia, per un totale di 65 minuti. La durata quindi è contenuta, e la storia viene resa particolarmente bene rispetto alla media dei confusi album narrativi: gli intermezzi parlati non sono mai tediosi e sono situati in modo da poter facilmente essere saltati programmando la lettura del cd (o la playlist su youtube o spotify o deezer). Il tono generale è epic metal, ma numerosi sono gli elementi folk, prog e speed, spesso inframezzati all'interno dello stesso brano, cosicché il disco scorre molto bene, variegato, fluido ed estremamente fruibile e godibile.
La trama del disco riprende la storia del furto dei Silmaril da parte dell'angelo caduto Morgoth, che fugge nel nord della Terra di Mezzo dopo avere distrutto i due alberi della vita che davano luce al mondo. I Valar, servitori della divinità suprema del corpus tolkeniano, noto come Iluvatar o Eru, e avversari di Morgoth, creano così il Sole e la Luna per contrastare Morgoth stesso. Ma Morgoth, scappando, aveva rubato i tre oggetti più belli mai creati dai mortali: i Silmaril, gioielli impregnati della luce dei due alberi, costruiti dall'elfo Feanor, che contro il parere dei Valar si reca con i figli e parte del suo popolo sulla Terra di Mezzo per sconfiggere Morgoth e recuperarli. L'impresa si dimostra superiore alle possibilità degli elfi, dando vita a una lunga serie di tragedie in cui l'avidità e un ottuso desiderio di vendetta prendono il posto della giustizia, portando i Noldor (la fazione elfica di Feanor) a commettere ben tre atti di empietà genocida nei confronti di altri clan elfici. Il disco si chiude con il fallimento dell'impresa, e con i Silmaril ancora nelle mani di Morgoth. Chi volesse sapere come è andata a finire può recuperare il libro.
Dopo una breve introduzione, "Into the Storm" (https://www.youtube.com/
"The Curse of Feanor" (https://www.youtube.com/
"Blood Tears" (https://www.youtube.com/
"Mirror Mirror" (https://www.youtube.com/
"Noldor" (https://www.youtube.com/
Insomma, dopo questa cavalcata epica di un'ora, non c'è altro da fare che togliersi il cappello e stringere la mano a tutti coloro che hanno partecipato a questa sublime opera d'arte, non ultimo il disegnatore Andreas Marshall che nella sua immagine di copertina raffigura l'elfa Lúthien che fa addormentare Morgoth con la sua danza, riuscendo così nell'impresa di recuperare un Silmaril (le gemme splendenti nella corona di Morgoth) là dove le guerre degli elfi non vi si erano in alcun modo avvicinate.
I Blind Guardian non riusciranno più a raggiungere un tale livello nelle loro opere successive; d'altronde, stiamo parlando di un disco che, capace in modo davvero raro di trattare un soggetto complicato e affascinante, rasenta l'assoluta perfezione formale e non mancherà di emozionare chiunque abbia una passione per il metal melodico e il corpus tolkeniano. Se fate parte di questa categoria e non lo conoscete, ascoltatelo subito e poi andate a cercare la vostra vecchia copia del "Silmarillion", perché vi verrà voglia di rileggerlo.
- Prog Fox
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