Gli Ashes Divide sono il progetto solista di Billy Howerdel, chitarrista e co-leader degli A Perfect Circle. L'8 aprile di dieci anni fa veniva pubblicato quello che finora è il loro unico album, il pregevole "Keep telling myself it's alright".
Fra
pochissimo avremo il piacere di trovare sugli scaffali di tutti i
negozi di musica (beh, ormai si fa per dire…) il nuovo attesissimo album
degli A Perfect Circle, spezzando un’astinenza da album da studio che
durava da quindici anni (se escludiamo l’album di cover "eMotive" e
l’album/dvd di remix "aMotive"). Erano ancora vivi? Definitvamente
defunti? In fase di criostasi permanente? Per molto nessuno
sapeva con esattezza quale fosse il reale stato degli A Perfect Circle.
Durante questo lunghissimo lasso di tempo, Billy Howerdel, che del
suddetto gruppo è chitarrista e co-leader e fondatore assieme a Maynard,
mise in piedi un proprio progetto personale fondando una nuova band,
gli Ashes Divide.
"Keep Telling Myself It’s Allright" è il
titolo del debutto, pubblicato l’8 aprile del 2008. Per la composizione e
la registrazione del disco, Howerdel si occupò praticamente di
tutto,voce, chitarre, basso, tastiere, tutto eccetto la batteria,
reclutando dietro le pelli Josh Freese, unico membro ufficiale del
gruppo assieme naturalmente a Howerdel.
Stilisticamente, il
gruppo è inquadrabile in un ibrido fra l’alternative onirico della
propria band madre (dai connotati meno metallici) e il new wave
britannico ottantiano, con The Cure e Sioux and the Banshee come fonte
maggiore d’ispirazione. Meno dark, e più solari.
Di Billy
Howerdel sapevamo già che fosse un chitarrista dal gusto compositivo
sopraffino, adesso possiamo ammirarlo nelle vesti di cantante, ruolo in
cui si destreggia altrettanto egregiamente. E soprattutto la sua voce è
perfettamente allineata con quanto la sua almost one man band propone.
Howerdel, così come Maynard, possiede un timbro vellutato e fragile,
elegante e cristallino anche nelle parti più tirate, non comunque
dissimile nella stesura delle linee vocali dallo stile di Robert Smith,
cui lo accomuna la stessa sognante e malinconica emotività
interpretativa.
"Keep Telling Myself It’s Allright" è un
buonissimo lavoro, che magari non sbalordisce come "Mer de Noms" o
"Thirteenth Step", il meglio Howerdel lo ha dato in quei dischi con la
complicità di Maynard, il disco comunque resta altamente consigliato a
chi adora il tipo di sonorità dei gruppi in precedenza citati, e non
necessariamente sia uno che l’altro.
"The Stone" fu il primo
singolo che anticipò l’album di qualche mese, fra l’altro riscuotendo un
ottimo successo nelle charts americane (forse anche per merito
dell’hype prodotto dall’effetto “roba inedita di quello che suona con
Maynard), dove si piazzò nella top ten rock & alternative,
oltreoceano, neanche a dirlo, ovviamente non venne nemmeno quasi
considerato. C’est la vie. Ad ogni modo, "The Stone" fu un gran bel
biglietto da visita, pezzo tosto e radiofonico quanto basta per renderlo
appetibile al popolo rock e incuriosire gli estimatori delle sonorità
più alternative.
"Too Late" è un'altra potenziale hit e mostra
il lato più docile di Howerdel, una ballad soffusa dall’atmosfera
ammaliante giocata su docili melodie. Pezzo galeotto da lumi di
accendini oscillanti nel live stage.
Tutto il disco nel
complesso non presenta filler e vale la pena gustarselo appieno,
regalandosi quarantacinque minuti di evasione nelle lande incantate
plasmate da Howerdel. Vale la pena citare anche l’opener "Stripped
Away", il pezzo del lotto che più si avvicina al cerchio perfetto, la
successiva accattivante "Denial Waits", composta assieme alla musicista
argentina Paz Lenchantin (già sua collega negli A Perfect Circle, poi
passata sotto l’egida di Billy Corgan negli Swan e attualmente nei
Pixies), la mesta "Forever Can Be" la quale sembra un personale tributo
ai primi The Cure, e la combo "A Wish" e "Ritual" in cui ritroviamo il
mood velato di "Too Late".
L’eco degli anni 80 si fa
prepotentemente udire nella orecchiabile e radiosa "Defamed" e in "The
Prey", pezzo che sembra quasi essere composto dai New Order in versione
moderna. "Enemies" è invece il pezzo più energetico del gruppo, e anche
sotto queste spoglie più vigore non sfigura affatto. Chiude "Sword" e lo
fa in modo eccellente, il pezzo più articolato dell’album dalle
svariate sfumature e alterno temperamento, altro picco di bellissimo
prodotto musicale. Piccola curiosità: nella parte strumentale iniziale
possiamo udire anche un violoncello, beh, è suonato da Devo Keenan,
figlio (all’epoca adolescente) di Maynard.
Negli anni
successivi Howerdel dichiarò più volte di essere al lavoro su nuove idee
e nuovo materiale per dare un seguito a "Keep Telling Myself It’s
Allright", purtroppo però in tempi non sospetti dovette accantonare
tutto per dedicare i propri sforzi agli A Perfect Circle svegliatisi dal
lungo letardo. Ad oggi questo rimane il primo e unico disco della sua
band “parallela”. Chissà, magari qualcosa che era destinato a diventare
parte del secondo disco degli Ashes Divide lo potremo sentire
nell’imminente "Eat the Elephant".
- Supergiovane
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