sabato 28 aprile 2018

Deicide: "Till death do us in parts" (2008)

28 aprile 2008, a nemmeno due anni dal precedente lavoro, esce "Till Death Do Us In Parts" dei Deicide, uno dei gruppi della scena death metal floridiana che maggiormente ha lasciato il segno, album da studio numero nove della loro carriera. Purtroppo, l'album fu uno dei loro più trascurabili.



Con il precedente "The Stench of Redemption" la band guidata da Glenn “atrentatreannimiammazzo” Benton si era rifatta il trucco, in seguito alla rocambolesca uscita dal gruppo dei fratelli Hoffmann (a causa di introiti del merchandising che Benton e Asheim si erano intascati di soppiatto, a detta loro): i Deicide avevano infatti affidato la coppia di asce al veterano ex Cannibal Corpse Jack Owen, e al virtuoso Ralph Santolla. Ne era uscito un disco di ottima fattura, strumentalmente il migliore della loro carriera, in cui svettava appunto il gran lavoro in fase ritmica di Owen e soprattutto l’individualità di Santolla, autore per l’intero disco di una serie di notevoli assoli. Un gran bel lavoro si, ma il gusto melodico e tendenzialmente neoclassico di Santolla non si addice molto allo stile dei Deicide. E difatti molti fan di vecchia data non gradirono.

Per rimediare al misfatto, per "Till Death Do Us In Parts", Benton, troppo occupato con le grane della propria vita privata (a cui probabilmente si abbina il conseguente crescente disinteresse per l’aspetto musicale), affida stavolta il songwriting a Steve Asheim.

A livello compositivo, registriamo parecchi passi indietro. Le composizioni risultano molto più monolitiche e monotone, da una parte Asheim va a ripescare la furia degli esordi (non avvicinandosene nemmeno) combinandola con atmosfere cupe e plumbee, e anche in questo caso il risultato è alquanto deludente. Insomma, un lavoro poco ispirato, composto in un periodo in cui la band avrebbe fatto meglio a ragionare sulla direzione stilistica da intraprendere.

"Till Death Do Us In Parts" lo si può vedere come un caso a parte nella loro discografia, un episodio transitivo, composto come contentino per fan (oddio, non sappiamo quanto possano aver gradito) e label, uno di quei dischi rigorosamente da studio inadatti per la sede live: difatti il gruppo non promosse mai il disco in nessun tour seguente, salvo suonare un paio di volte la sola title track.

"Till Death Do Us In Parts" è un ectoplasma, nella discografia dei Deicide.

- Supergiovane

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