mercoledì 14 marzo 2018

Prefab Sprout: "From Langley Park to Memphis" (1988)

I Prefab Sprout giungono alla pubblicazione del loro terzo album, "From Langley Park to Memphis", il 14 marzo del 1988. Si tratterà del loro maggiore successo, trainato in primis dal singolo "The King of Rock and Roll", e uno dei dischi più interessanti del cosiddetto sophisti-pop britannico.


(l'album completo si può trovare qui: https://www.youtube.com/playlist?list=PLGbb9KO9XC_NS3saneLLDSurlcfVv2IhZ)

Un ruolo significativo nel pop britannico degli anni '80 è rivestito dai Prefab Sprout, originari della contea di Durham, nel nord dell'Inghilterra.

Guidati dal compositore e cantante Paddy McAloon, i Prefab Sprout erano composti dal bassista Martin McAloon, dalla cantante-tastierista Wendy Smith e dal batterista Neil Conti (eccellente e richiestissimo sessionman a tutt'oggi). La loro musica rientra nel sophisti-pop brit di quell'era, facendoli accostare a grandi linee nello stesso calderone di gruppi quali Style Council, Simply Red, Deacon Blue e China Crisis, band che impressero il loro marchio sugli anni ottanta rimanendo però perlopiù sullo sfondo rispetto ai grandi successi dell'epoca; cosa che si confa bene al loro look e al loro sound discreti e ben educati (forse pure troppo).

"From Langley Park to Memphis" è il terzo disco della formazione e vede i Prefab Sprout at the top of their game (nonostante la copertina orripilante). Le canzoni funzionano al meglio quando sono gemme pop impeccabili, con arrangiamenti efficaci, secchi ed essenziali, senza troppi fronzoli. L'unico abuso che ci sentiamo di condannare è l'occasionale ingombro di qualche suonino di tastiera, come in "Enchanted" o nell'intro cheesy di "Nightingales" (salvata dall'armonica di Stevie Wonder), ma negli eighties evidentemente non era possibile in alcun modo evitarli del tutto.

Pur nel buon livello generale, a nostro parere il disco presenta in particolare tre brani immortali: la canzone d'apertura "The King of Rock and Roll" è non a caso il singolo di maggiore successo del gruppo; "The Golden Calf", la canzone più energetica dell'album, è forse anche la migliore, con incisive chitarre elettriche e il drumming deciso di Conti; e la conclusiva "The Venus of the Soup Kitchen" ha una varietà e un crescendo da strabuzzare gli occhi.

Per chi già aveva conosciuto Paddy McAloon come autore di pregio sul precedente "Steve McQueen" della band, qui ci sono solo conferme. Per gli altri, una gradita sorpresa, che sarà presto rinnovata con l'uscita dei successivi lavori della band, "Protest Songs" (inciso nel 1986 ma pubblicato nel 1989) e "Jordan: The Comeback" del 1990. Ma questa è un'altra storia.

- Red

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