giovedì 8 marzo 2018

Antonello Venditti: "Sotto il segno dei pesci" (1978)

L'8 marzo di quarant'anni fa usciva "Sotto il segno dei pesci", forse il migliore disco della carriera del cantautore romano Antonello Venditti. Disco simbolico di una certa fase degli anni di piombo, e che rifletteva sulla sconfitta dei movimenti, dal '68 al '77, uscì significativamente soli otto giorni prima del tragico rapimento di Aldo Moro.



Antonello Venditti è sempre stato un cantautore controverso. Anche nei suoi anni d'oro era presente un fondo populista-sentimentale della sua opera che lasciava presagire un futuro discutibile; e che aveva destato critiche e scherno da parte delle ali musicali più oltranziste del movimento (si pensi alle esplicite critiche degli Stormy Six, per dirne una).

Ma negli anni magici dell'equilibrio, questa vena popolare consentì al cantautore romano di esprimere contenuti dal sapore autentico che sapevano toccare le corde del popolo giovane e meno giovane della fine degli anni '70. L'8 marzo del 1978, giorno della pubblicazione di "Sotto il segno dei pesci", Venditti compiva 29 anni: nell'Italia di quarant'anni fa, un ventinovenne non era un giovane, era un uomo fatto e finito.

"Sotto il segno dei pesci" è una delle migliori opere della carriera di Venditti, e si caratterizza per una serie di vignette efficaci nel descrivere la confusione e lo scoramento dell'Italia degli anni di piombo. Sincronicità accentuata e ancor più significativa se si pensa che otto giorni dopo la pubblicazione dell'album, il 16 marzo, veniva rapito Aldo Moro.

Il brano che da il titolo al disco esemplifica questo messaggio alla perfezione, con le sue immagini di giovani adulti sospesi fra il ripiegamento su una vita borghese e il perseguimento dei propri sogni post-adolescenziali.

Tra gli altri quadretti riusciti stanno "Bomba o non bomba", memoria dei primi anni di carriera dedicata al compagno di viaggio Francesco de Gregori, "Giulia", intensa ballata pianistica, storia di un uomo confuso dal trovarsi con una donna la rivale in amore che gli sta portando via la compagna, e soprattutto la poetica, introspettiva "Chen il cinese", una delle canzoni più intense e riuscite di tutta la carriera del nostro.

Non va poi dimenticato il successo del singolo "Sara", tratto da una storia vera, canzone solo apparentemente d'amore ma in realtà quasi a tema femminista, che contrappone la forza della giovane liceale incinta che vuole tenere il bambino all'egoista e immaturo padre ("forse un giorno ti sposerò", "il tuo bambino", "mi devo laureare").

Il momento magico di Venditti continuerà ancora per un paio di album, prima che il riflusso che già anticipava con questo disco avesse la meglio su di lui.

- Prog Fox

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