Il 3 marzo di quarant'anni fa veniva pubblicato "Easter", terzo disco del Patti Smith Group.
Il giorno prima era uscito "Because the Night", singolo di lancio
dell'LP che sarebbe stato uno dei più grandi successi di Patti, composto
assieme a Bruce Springsteen.
(potete trovare l'album completo qui: https://www.youtube.com/watch?v=H2TBzDjc-gM)
Quando esce "Easter", Patti Smith è già da anni una delle principali figure di riferimento del mondo punk americano. "Horses" (1975) e "Radio
Ethiopia" (1976) sono fra i primi album usciti dal movimento, che in USA ruota attorno al CBGB's, locale di New York da cui sono emersi anche
Ramones, Talking Heads e Blondie.
La "poetessa del punk", però, come sono spesso gli innovatori, ha abbastanza poco in comune con il punk duro e puro di Ramones e discendenti: la musica del Patti Smith Group, basata su lunghe declamazioni su basi strumentali abrasive, somiglia di più a una versione rinnovata di Doors/Morrison o Velvet Underground/Reed che non ai Sex Pistols o ai Clash.
Se "Horses" era stato acclamato unanimemente, "Radio Ethiopia" non era poi piaciuto così tanto alla critica, perché se il lato B era composto da due lunghe (e, diciamolo francamente, noiosine) jam, il lato A dell'album era fatto di canzoni brevi e più strettamente rock, cosa che agli amanti della pretenziosità a tutti i costi aveva dato fastidio nonostante il livello altissimo dei pezzi.
"Easter", naturalmente, non va minimamente guardato con gli occhi della critica, che reagì in modo entusiasta quanto più il sound si stava omologando a quello del rock populista di fine anni '70 (leggi: il sound alla Bruce Springsteen).
Segno di ciò è il successo clamoroso di "Because the Night", singolo scritto proprio dal Boss in persona e riadattato da Patti soprattutto a livello delle lyrics (leggenda vuole che il Boss non riuscisse a trovare la quadra della canzone, che Jimmy Iovine la portasse da Patti e che quest'ultima, beh, la quadra l'abbia trovata).
D'altronde la critica tende sempre ad adeguarsi alle vendite, purché esse siano accompagnate da una immagine credibile. Patti l'immagine credibile ce l'aveva, le vendite la premiavano, quindi "Easter" deve necessariamente essere un capolavoro, anche se "Radio Ethiopia" era in realtà meglio.
Veniamo al dunque: "Easter" è sicuramente un buon disco, ma la produzione di Jimmy Iovine (consigliato dal Boss, per il quale aveva lavorato su "Born to Run" come tecnico del suono) tende appunto ad appiattire il suono del gruppo su quello del classic rock di fine '70. O forse è colpa di Allen Lanier, amico e amante occasionale della Smith, che qui collabora in un paio di brani e che era uno dei Blue Oyster Cult, impegnati anch'essi nello stesso periodo a ripulire il proprio suono.
Naturalmente il talento della Smith e dei suoi compagni (i veterani Ivan Kral al basso, Lenny Kaye alla chitarra, Jay Dee Daugherty alla batteria; mentre Richard Sohl, malato, è sostituito alle tastiere da Bruce Brody) fa sì che "Easter" sia un altro disco più che buono, e probabilmente il più accessibile dei quattro realizzati dal gruppo.
Ciò non toglie che i momenti migliori siano più quelli in cui Iovine lascia che le declamazioni di Patti siano accompagnate da una appropriata abrasione, e meno quelli in cui costringe il suono in un formato più accessibile (con l'esclusione di "Because the Night", naturalmente; ma questa era una composizione di Springsteen ed era già pensata per questo tipo di sonorità populiste). Si confrontino, a mò di esempio, la mediocre "Ghost Dance" e la perfetta title track che chiude l'album.
Possiamo quindi chiudere dando ragione al famoso critico Lester Bangs quando diceva: "Horses was one of the greatest records I've ever heard [...] Easter is just a very good album".
- Red
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO: # -- A -- B -- C -- D -- E -- F -- G -- H -- I -- J -- K -- L -- M -- N -- ...
-
Nell'ottobre di quarant'anni fa viene pubblicato "Robinson - come salvarsi la vita", nono album del cantautore milanese ...
-
Il 23 gennaio del 1967 esce "Jacques Brel 67", il nono album del cantautore belga Jacques Brel. Brel entra nello studio Barclay di...
Nessun commento:
Posta un commento