(si può trovare l'album completo qui:https://www.youtube.com/
L'ebrea newyorkese Laura Nyro aveva debuttato nel 1966 con un album stupefacente, "More than a new discovery", fra i migliori dischi pop americani del decennio.
"Eli and the thirteenth confession" segue abbastanza pedissequamente le orme del primo: un jazz-pop-soul costruito da lei e dall'arrangiatore e produttore Charlie Calello assemblando praticamente ogni possibile influenza musicale americana in brani caratterizzati da continui cambi di tempo, di tonalità, di atmosfera che demoliscono ogni possibile somiglianza con le tradizionali canzoni formate da strofa e ritornello.
Quello che manca al disco forse sono degli assoli spregiudicati che potrebbero enfatizzare i legami col jazz della sua musica, ma è certamente una critica minore.
"Luckie" e "Lu" aprono il disco con l'entusiasmo giovanile e spregiudicato di Nyro, che canta in modo esplosivo e appassionato due dei pezzi migliori del disco. Tra gli altri pezzi memorabili del primo lato stanno il blues dolente di "Poverty Train", che ci mostra come Laura sappia toccare una varietà di atmosfere e l'epos magniloquente di "Eli's coming", che lo conclude in un tripudio di fiati e sovraincisioni vocali.
Sulla seconda facciata spiccano la raffinata "Timer", con Laura ad esibire i toni più vellutati della propria voce, e "Once it was alright now", in cui la Nyro riesce a infilare anche influenze country soul.
Quanto Laura Nyro sia stata importante non solo nello sviluppo del pop jazz ma anche del jazz rock lo si capisce ascoltando la musica di rocker contemporanei che si abbeverarono alla sua fonte, quali Chicago e Blood Sweat & Tears. Il valore di questa musicista troppo presto scomparsa (morì nel 1997 a soli quarantanove anni) non va dimenticato.
- Prog Fox
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