venerdì 2 marzo 2018

David Coverdale: "Northwinds" (1978)

Il 1° marzo di quarant'anni fa esce "Northwinds", secondo album solista di David Coverdale, ex-cantante dei Deep Purple. Sarà durante il tour promozionale di questo LP che Coverdale deciderà di formare con i suoi musicisti una nuova band di hard rock, i Whitesnake.


David Coverdale, classe 1951, è da molti considerato come l'uomo che ha distrutto i Deep Purple. Abbastanza ingeneroso, dopotutto: quando nel 1973 Ian Gillan e Roger Glover se ne andarono per i loro conflitti con Ritchie Blackmore, furono proprio Blackmore, Lord e Paice a scegliere David come cantante per il futuro dei Deep Purple. Riempire le scarpe di Gillan non era facile; e Coverdale poi era sempre stato più un discepolo di Robert Plant che non di Ian Gillan.

Le influenze blues, R&B, funk e soul di Coverdale (e del nuovo bassista Hughes) indispettirono sempre di più Blackmore finché questi non se ne andò nel 1975. Fu Coverdale a suggerire il nuovo chitarrista Tommy Bolin: ma Bolin e Hughes erano talmente fatti che l'ultimo tour concluse miserevolmente e la band si sciolse nella mestizia.

Coverdale tentò allora la carta solista, incidendo prima "White Snake" (pubblicato nel 1977) e poi questo più che discreto "Northwinds". Le influenze blues di Coverdale qui dominano il disco in lungo e in largo, mentre la componente hard è pressoché scomparsa. A produrre il disco sta l'ex bassista dei Purple, Roger Glover; tra i collaboratori spicca il chitarrista Mick Moody, che sarà compagno di scorribande musicali di Coverdale per diversi anni e che se la cava alla grande anche alla slide guitar.

Stiamo parlando di un album di rock classico dal sapore piuttosto variegato. Solo nel lato A abbiamo momenti hard funk che ricordano gli ultimi Deep Purple ("Keep on giving me love"), un pezzo quasi country soul ("Give me kindness", con i suoi fiati R&B, che vede anche la partecipazione di un certo Ronnie James Dio ai cori), e due deliziose ballate blues ("Northwinds", con le sue citazione da "In the light" dei Led Zeppelin; "Time & Again" per piano elettrico e voce).

Il lato B prosegue con un altro hard rock funkeggiante che ricorda Free e Bad Company ("Queen of Hearts"), altre due riuscite ballate ("Only my soul", maggiormente rock classico con citazioni zeppeliniane; "Say you love me" più soul blues). A concludere il tutto "Breakdown", un altro pezzo che potrebbe essere una traccia perduta dei Purple Mark III.

 Coverdale si trova talmente bene con la band che lo accompagna nel tour dell'album (fra cui il già citato amico Mick Moody) che decide di trasformarla in un gruppo vero e proprio: nascono così i Whitesnake, che progressivamente passeranno dal blues rock di "Northwinds" a un hard rock anni 80 vero e proprio, con risultati più che rispettabili per almeno un decennio.

Eppure "Northwinds" non va dimenticato: non solo è un disco buono quanto i successivi della carriera di David, ma è anche un ottimo punto di partenza per conoscere un altro lato della personalità di Coverdale, più vicino alle sue origini musicali e forse anche alla sua anima.

- Prog Fox

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