(potete andare qui per ascoltare il disco completo: https://www.youtube.com/
Con i canadesi Rush, gli statunitensi Kansas sono probabilmente il più famoso gruppo prog americano degli anni settanta. Con "Leftoverture" i Kansas raggiungono la propria maturità compositiva, all'insegna di un progressive muscolare ma sempre melodico, che non disdegna aperture al sound radiofonico AOR. Il prog dei Kansas non ha nulla di sperimentale, ma segue la rotta tracciata dal progressive 'romantico' del periodo 1969-1973 di Genesis, King Crimson e, soprattutto, Yes, filtrati però dalle lenti dell'hard rock nordamericano.
"Leftoverture" si apre con uno dei loro pezzi più famosi in assoluto, la splendida "Carry on my wayward son" (https://www.youtube.com/
"The Wall" è un brano più riflessivo e melodico di ottima fattura, che ricorda le contemporanee partiture dei Genesis di "A trick of the tail" e "Wind and wuthering", mentre la successiva "What's on my mind" sembra a tratti quasi un pezzo del rock corporativo californiano di quegli anni, con ritornelli degni dei Fleetwood Mac.
"Miracles out of nowhere" è un altro brano riflessivo in cui Walsh e Steinhardt si combinano con un bel duetto per un altro ritornello di primissimo livello e una parte di violino che ricorda band come It's a Beautiful Day e Curved Air. Il notevole interludio strumentale folk prog ricorda i Jethro Tull, anticipando quasi le tematiche del loro "Songs from the wood" del 1977 tra l'organo bachiano di Walsh e il violino alla Darryl Way di Steinhardt, che dominano anche dal punto di vista strumentale la traccia.
"Opus Insert" è una traccia interlocutoria di rock classico, con un coro centrale che farebbe l'invidia degli Eagles; mentre "Questions of my childhood", aperta da un riff favoloso di synth, ha una struttura uptempo all'interno della quale si incastona un breve, mesto intermezzo al pianoforte che ne rappresenta il culmine.
"Cheyenne Anthem" (https://www.youtube.com/
Il disco si chiude con l'ambiziosa "Magnum Opus", composta da tutti i membri della band, che però nonostante qualche buon passaggio non riesce a replicare il successo delle altre due mini-suite.
Nel complesso, "Leftoverture", così come il successivo album "Point of know return", rappresenta il culmine della parabola musicale dei Kansas: una parabola improntata a un rock progressivo melodico ed efficace, che in un album come questo non può che soddisfare sia il proghead più inveterato che l'ascoltatore occasionale che vuole avvicinarsi a questo genere, soprattutto se proveniente dal rock più classico. Se cercate un modo per convincere i vostri amici del fatto che il progressive non deve far loro paura (né deve essere considerato musica per fricchettoni sofisticati), questo disco fa al caso vostro.
- Prog Fox
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