venerdì 21 ottobre 2016

Kansas: "Leftoverture" (1976)

Questo ottobre si celebrano anche i 40 anni di "Leftoverture", che si gioca con "Point of know return" il titolo di miglior disco della carriera degli americani Kansas.



(potete andare qui per ascoltare il disco completo: https://www.youtube.com/watch?v=Jd2ZEb678tc)
Con i canadesi Rush, gli statunitensi Kansas sono probabilmente il più famoso gruppo prog americano degli anni settanta. Con "Leftoverture" i Kansas raggiungono la propria maturità compositiva, all'insegna di un progressive muscolare ma sempre melodico, che non disdegna aperture al sound radiofonico AOR. Il prog dei Kansas non ha nulla di sperimentale, ma segue la rotta tracciata dal progressive 'romantico' del periodo 1969-1973 di Genesis, King Crimson e, soprattutto, Yes, filtrati però dalle lenti dell'hard rock nordamericano.

"Leftoverture" si apre con uno dei loro pezzi più famosi in assoluto, la splendida "Carry on my wayward son" (https://www.youtube.com/watch?v=2X_2IdybTV0), una mini-suite in cui tutti gli elementi caratteristici della loro musica coagulano in un riuscito magma: la sezione ritmica hard rock e le chitarre heavy di Livgren e Williams sono contrastate dalle tastiere di Steve Walsh e dal violino di Steinhardt. Walsh e Steinhardt sono anche i due cantanti della band - Walsh il principale, fra i maggiori precursori dei cantanti AOR melodici di fine settanta-inizio ottanta; ma i due intersecano spesso e volentieri le parti vocali e sono in grado di produrre un convincente muro di voci che si ispira alle parti corali di Yes e Queen.

"The Wall" è un brano più riflessivo e melodico di ottima fattura, che ricorda le contemporanee partiture dei Genesis di "A trick of the tail" e "Wind and wuthering", mentre la successiva "What's on my mind" sembra a tratti quasi un pezzo del rock corporativo californiano di quegli anni, con ritornelli degni dei Fleetwood Mac.

"Miracles out of nowhere" è un altro brano riflessivo in cui Walsh e Steinhardt si combinano con un bel duetto per un altro ritornello di primissimo livello e una parte di violino che ricorda band come It's a Beautiful Day e Curved Air. Il notevole interludio strumentale folk prog ricorda i Jethro Tull, anticipando quasi le tematiche del loro "Songs from the wood" del 1977 tra l'organo bachiano di Walsh e il violino alla Darryl Way di Steinhardt, che dominano anche dal punto di vista strumentale la traccia.

"Opus Insert" è una traccia interlocutoria di rock classico, con un coro centrale che farebbe l'invidia degli Eagles; mentre "Questions of my childhood", aperta da un riff favoloso di synth, ha una struttura uptempo all'interno della quale si incastona un breve, mesto intermezzo al pianoforte che ne rappresenta il culmine.

"Cheyenne Anthem" (https://www.youtube.com/watch?v=YVEgxYnQIxw), il secondo capolavoro del disco, è un'altra canzone in più parti che si apre come una ballata prog alla "Lucky Man" degli ELP per poi svilupparsi in una introduzione pianistica che apre un corale strumentale che trae inizialmente spunto dai pezzi più medievaleggianti dei Gentle Giant prima di scatenarsi in un can-can chiuso da un solenne tema di tastiere. Abbiamo già scavallato i cinque minuti del brano quando esso si conclude con la ripresa della ballata iniziale, impreziosita da una voce femminile di sapore morriconiano. Brano pazzesco.

Il disco si chiude con l'ambiziosa "Magnum Opus", composta da tutti i membri della band, che però nonostante qualche buon passaggio non riesce a replicare il successo delle altre due mini-suite.

Nel complesso, "Leftoverture", così come il successivo album "Point of know return", rappresenta il culmine della parabola musicale dei Kansas: una parabola improntata a un rock progressivo melodico ed efficace, che in un album come questo non può che soddisfare sia il proghead più inveterato che l'ascoltatore occasionale che vuole avvicinarsi a questo genere, soprattutto se proveniente dal rock più classico. Se cercate un modo per convincere i vostri amici del fatto che il progressive non deve far loro paura (né deve essere considerato musica per fricchettoni sofisticati), questo disco fa al caso vostro.

- Prog Fox

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