lunedì 31 ottobre 2016

Antonello Venditti: "Ullallà" (1976)



(qui per l'ascolto completo dell'album: https://www.youtube.com/playlist?list=PL62C613D6770DEC44)
A ottobre del 1976 viene pubblicato "Ullàlla", settimo album di Antonello Venditti. Venditti ha 27 anni ed è reduce dal successo di "Lilly", singolo che descrive il tormento di una eroinomane visto dagli occhi di un suo ex amante. Il successo fu molto criticato da certi colleghi, come gli Stormy Six, che lo accusarono di farsi bello con un impegno sociale posticcio, melodrammatico e non realmente sentito.

Impermeabile alle critiche e forte del successo, Venditti incide il nuovo album con prestigiosi sessionmen fornitigli da Mogol e Battisti, tra i quali Walter Calloni alla batteria, Hugh Bullen al basso, e soprattutto Ivan Graziani alla chitarra, con il quale cura la scrittura e gli arrangiamenti delle canzoni (nello stesso momento, Venditti e Graziani lavorano anche a "I lupi", il venturo disco di Graziani stesso).

Il disco che ne risulta è uno dei meno amati da Venditti stesso, eppure è uno dei suoi più interessanti. Il trittico di apertura ribadisce il valore del cantautore romano, ma lascia intatti i dubbi sulla sincerità del suo impegno politico: "Maria Maddalena" (https://www.youtube.com/watch?v=2vIO2VauGO8) è una invocazione laica alle figure evangeliche, riviste con gli occhi moderni tracciando un parallelo fra i tormenti subiti da Cristo e le vessazioni del movimento operaio ("con le manette strette ai polsi in mezzo ai ladri e agli assassini lo portavano via, lungo i viali di Milano i mitra pronti di cento agenti di polizia [...] che succede, è la rivoluzione? oh no, è soltanto un operaio"); "Nostra signora di Lourdes" (https://www.youtube.com/watch?v=0DbpRCInTA4) è una forte critica al compromesso storico; "Canzone per Seveso" un accorato inno in nome delle vittime del disastro del 10 luglio dello stesso anno.

Lasciano invece perplesso le prove quali "Una stupida e lurida storia d'amore" e soprattutto "La strada", un malriuscito tentativo di canzone 'a-dogmatica' sulla prostituzione.

Altro brano di primario interesse del disco è invece "Jodi e la scimmietta" (https://www.youtube.com/watch?v=WB4qYkO4ltA), in cui Venditti già mostra il proprio interesse per la musica di Bob Marley, caratterizzato da un testo inquietante se si pensa al contesto storico in cui è stata incisa. In generale, oggi di fronte a questo Venditti ventisettenne si rimane sempre nel dubbio se le sue parole fossero una posa o una convinzione, se fossero dettate da ingenuità, paraculismo, o vera partecipazione. E non è giusto nemmeno giudicare il giovane uomo con gli occhi di chi l'ha visto involversi e invecchiare negli anni del riflusso. Il disco si chiude poi con la dignitosa "Per sempre giovane", piuttosto ironica visto il percorso successivo del cantautore romano ("per sempre giovane vivrò con la rabbia che mi conosci tu"), e che cita anche "Born to run" di Bruce Springsteen.

L'album è figlio del proprio tempo ma, complice anche la decisiva presenza di Ivan Graziani, resta testimone memorabile di un'epoca, ed è assolutamente meritevole di un ascolto.

- Prog Fox

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