(qui per l'ascolto del disco completo: https://www.youtube.com/
Introdotta da uno splendido strumentale prog jazz con il sax di Danilo Tomasetta in primo piano, la title track del quarto LP di Claudio Lolli, "Ho visto anche degli zingari felici" (https://www.youtube.com/
Pubblicato il 7 aprile del 1976, "Ho visto anche degli zingari felici" diventa il più grande successo di Lolli, spinto anche dal supporto delle radio libere, che si esaltano per il mix di cantautorato rabbioso e movimentista e folk progressive incendiario dei pezzi, sviluppati prima dal vivo sul modello di quanto avevano per anni fatto molti gruppi psichedelici e prog come i Pink Floyd. Suggestive saranno in effetti alcune analogie con le opere concettuali di questi ultimi, che avevano aperto la strada a un elaborato incrocio fra concept, lirismo dei testi socialmente significativi e musica complessa con rilevanti parti strumentali.
La title track, per esempio, è un torrenziale brano di dieci minuti, diviso in due parti fra inizio e fine dell'album; così come è di nove minuti la suite in due parti "Agosto/Piazza, bella piazza" (https://www.youtube.com/
Efficace sempre a tal proposito è anche "Anna di Francia" (https://www.youtube.com/
La forza del disco è chiaramente la sua totale immersione nel momento, che smentisce uno dei luoghi comuni sull'invecchiamento di opere d'arte troppo legate a un'epoca. L'arte può essere atemporale o può essere contestualizzata, così come può essere fine a se stessa o politicamente impegnata: ciò che conta è il suo valore assoluto. Un disco come "Ho visto anche degli zingari felici", che sa trasmettere tali e tante emozioni a distanza di tanti anni, è totalmente intriso dei suoni e delle parole del suo tempo, anche in forma ingenua (liriche come "primo maggio di festa oggi nel Vietnam e forse in tutto il mondo") o verbosa (la didascalica "la morte della mosca"), e in generale può stancare il tono serioso, senza alcuna traccia di luce o umorismo; ma forse erano gli anni di piombo a essere così, o almeno è questo aspetto quello che a Lolli preme raccontarci. E ciò non fa che amplificarne la potenza per chi lo vede e sente da lontano.
Di ascoltare dischi come questo, in un'epoca di crisi, incertezze e di bassissima politica, ne abbiamo ancora tanto bisogno.
- Prog Fox
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