Veniva stampato cinquant'anni fa oggi "Gordon", sesto album in studio dei Nomadi afferente alla loro fase psichedelico-progressiva. Intrigante e poetico, il disco è composto esclusivamente di inediti (nonostante un paio di brani che paiono 'ispirati' da canzoni straniere, come la title track da "Avalanche" di Leonard Cohen e "Sorprese" da "Double Agent" della Edgar Broughton Band).
(disco completo: https://tinyurl.com/54pnf7ea)
Gli anni settanta costituiscono probabilmente il periodo più fecondo della carriera dei Nomadi: una chiara stabilità e conformazione del gruppo, con i veterani Augusto Daolio (voce) e Beppe Carletti (tastiere) affiancati dal bassista Umberto Maggi, dal batterista Paolo Lancellotti e dall'ultimo arrivato, il chitarrista Chris Dennis; l'abbondanza di composizioni inedite, molte delle quali firmate anche da membri del gruppo oltre che da amici e colleghi; una direzione musicale precisa, basata sul folk rock cantautorile dalle suggestioni angloamericane affini a quelle dell'amico Francesco Guccini, 'tra la via Emilia e il west'.
"Gordon", sesto album vero e proprio del gruppo, la cui confusa discografia contiene singoli, oltre che antologie e raccolte di ogni tipo, è il disco più psichedelico e west coastiano del gruppo, e chiude una fase musicale meditabonda e di ricerca che era cominciata nel 1973 e comprende gli LP "Un giorno insieme" (1973), "i Nomadi intepretano Guccini" (1974) e la cassetta/Stereo 8 "Tutto a posto" (1974).
"Gordon", magnificamente introdotto dalla copertina disegnata da Augusto Daolio, è un disco eccellente, e questo nonostante due dei suoi brani più significativi, il pezzo di apertura "Sorprese" e il brano eponimo "Gordon", sono di fatto fortemente ispirati da due pezzi non citati e accreditati, ovvero, rispettivamente, "Double Agent" della Edgar Broughton Band e "Avalanche" di Leonard Cohen. Non meri plagi, "Sorprese" beneficia della sorniona chitarra acustica slide suonata da Dennis, mentre "Gordon" vede una eccellente prova vocale di Daolio.
Fra gli altri brani, spiccano la meditabonda e autunnale "Immagini", caratterizzata da uno splendido lavoro della sezione ritmica; la sensuale "Senza discutere"; e la dichiarazione d'amore di un inetto "E vorrei che fosse".
Nonostante un ultimo tentativo di singolo commerciale nel 1976, "Quasi quasi", il gruppo si sposterà definitivamente su un orientamento ancora più impegnato, abbandonando purtroppo anche i momenti più estetizzanti della fase 1973-1976, con il successivo, altrettanto ottimo, "Noi ci saremo" (1977).
- Prog Fox
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