Esce cinquant'anni fa oggi "Schoolboys in Disgrace", quindicesimo album in studio degli inglesi Kinks, uno dei principali gruppi della British Invasion anni sessanta. Si tratta dell'ultimo disco della loro fase 'concettuale', poi abbandonata in favore di un arena rock più quadrato.
(disco completo: https://tinyurl.com/3yhparat)
Uscito nel pieno della fase concettuale dei Kinks, in cui vaudeville e pop opera vanno a braccetto di una sezione fiati e di coriste da qualche anno ormai, "Schoolboys in Disgrace" è ben lontano da essere il peggiore di questi album, anzi, risulta piuttosto misurato e ben concepito, oltre che godibile.
La volontà di fare un album concettuale in realtà è un peso più che una benedizione per i Kinks. I testi sono un po' fuori fuoco, con "Schoolboys" che parla della solita nostalgia degli anni di scuola, "Education" che se la prende col sistema scolastico (senza immaginare che tutto cinquant'anni dopo sarebbe diventato molto peggio), e le note di copertina che descrivono il protagonista dell'album come la versione adolescenziale del futuro Mr. Flash, il 'cattivo' del già bizzarro concept "Preservation". Le fantasie intersecantesi di Ray Davies funzionano il giusto, e forse è più facile godersi il disco senza fare troppo caso a questi aspetti.
Per nostra fortuna, le canzoni sono molto buone, spesso in continuità ed evoluzione con la visione classica dei Kinks, con la musica che rievoca i vecchi classici di nostalgia suburbana del gruppo come "Victoria" o "Village Green" in brani come "Schooldays" e "No more looking back", oppure rilanciano il revival del rock'n'roll anni cinquanta che influenza lavori contemporanei come "the Rocky Horror Picture Show" in canzoni come "Jack the Idiot Dunce", la brillante semiparodia del doo woop "the first time we fall in love" o il r&b di "the Last Assembly".
La mini-suite da sette minuti "Education" riassume mirabilmente entrambi gli aspetti dell'album con eleganza e risolutezza, dando fondo alla collaborazione con i fiati e le coriste e aggiungendo un pizzico di hard rock, quest'ultimo aspetto ripreso anche nella incalzante "I'm in disgrace" e in "the Hard Way".
Dopo "Schoolboys in Disgrace", i Kinks abbandoneranno la sezione fiati e le coriste e torneranno a un rock più viscerale che punterà smaccatamente al mercato statunitense.
- Prog Fox
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