Viene pubblicato cinquant'anni fa oggi "Godbluff", quinto album in studio dei prog rocker britannici Van der Graaf Generator e primo della loro prima reunion, arrivata a due anni dallo scioglimento - per quanto tutti i membri del gruppo avessero continuato a lavorare fra loro sui dischi gli uni degli altri.
(disco in versione estesa: https://tinyurl.com/jc6jptmw)
Scioltisi a metà del 1972, dopo quattro album in studio in continua evoluzione, i Van der Graaf Generator erano stati uno dei primi gruppi del progressive rock britannico, assieme a King Crimson, Yes e Genesis. Dal 1972 al 1975, i quattro musicisti del gruppo si coinvolgono a vicenda nei propri progetti: il cantante Peter Hammill
Siamo all'alba del punk e rispetto a tre anni prima i Van der Graaf Generator scelgono una strada più abrasiva, più minimalista, e più aggressiva, pur rimanendo ampiamente tanto all'interno delle coordinate del progressive quanto coerenti con i temi concettuali di Peter Hammill, sempre logorroico, prolisso, verboso, lirico, ispirato alla letteratura vittoriana, alla fantascienza e all'horror.
Le canzoni sono solo quattro, della durata di circa dieci minuti l'una, e seguono strutture musicali abbastanza simili ed essenziali, all'interno delle quali i quattro musicisti hanno però modo di mostrare ampiamente le proprie capacità. Il lato A del disco è chiaramente il migliore, con la straziante, dolcissima, innodica ballata "the Undercover Man" e la violenta "Scorched Earth", caratterizzata da una prova superlativa del batterista Guy Evans.
Sul lato B, "Arrow" e "Sleepwalkers" non riescono a riprodurre la magia delle due tracce precedenti, e l'uniformità concettuale dell'album tende ad appesantirne l'ascolto in assenza delle melodie memorabili di "the Undercover Man" e dell'incalzare violento di "Scorched Earth", pur restando due brani godibili.
"Godbluff" è un ritorno alla grande dei Van der Graaf Generator, che proseguiranno con alterne fortune (e altri quattro album) fino al 1978. L'album è certamente nel novero delle migliori cose realizzate dalla formazione, all'altezza dei tre dischi che lo precedono ("the least we can do is wave to each other", 1969; "H to He who am the only one", 1970; e "Pawn Hearts", 1971).
- Prog Fox
#vandergraafgenerator #ceraunavoltailrock #ceraunavoltail1975 #peterhammill (voce, chitarre, pianoforte & piani elettrici) #davidjackson (sax & flauto) #hughbanton (basso elettrico & organo) #guyevans (batteria & percussioni)
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