sabato 4 ottobre 2025

Steve Hackett: "Voyage of the Acolyte" (1975)

Esce a ottobre cinquant'anni fa "Voyage of the Acolyte", primo album solista del chitarrista Steve Hackett, all'epoca ancora membro dei Genesis, da cui fuoriuscirà nel 1977, quando la sua frustrazione per il poco rilievo datogli dal resto del gruppo non sarà più alleviabile solo con album solisti. Tra gli ospiti, oltre al fratello John (flauto traverso, campane e sintetizzatore) troviamo i compagni nei Genesis Mike Rutherford (basso) e Phil Collins (batteria), oltre a numerosi altri.



(disco completo qua: https://tinyurl.com/4asc47k5)

Nell'estate del 1975 i Genesis, concluso il tour di "the Lamb lies down on Broadway", e perso il cantante Peter Gabriel, decidono di prendersi una pausa nelle loro attività. A cogliere l'attimo è così il chitarrista Steve Hackett, che decide di approfittarne e, chiamati a fargli da sezione ritmica proprio i suoi compagni di viaggio nei Genesis Mike Rutherford (basso) e Phil Collins (batteria), incide un disco solista, supportato in particolare dal collaboratore di una vita, il fratello John (flauto traverso, sintetizzatori) e dal tastierista John Acock. Vaga ispirazione del disco sono le carte dei Tarocchi, dalle quali vengono tratti i nomi delle tracce.

Rispetto allo stile dei Genesis, Hackett mantiene il suono dell'album all'insegna di una timbrica più naturale, a tratti sonorità più incisive ("Ace of Wands"), a tratti più dimesse, ma comunque sempre meno elaborate e dense rispetto a quelle della band di provenienza del chitarrista.

Lo strumentale "Ace of Wands" che apre l'album è il primo classico solista di Hackett, una composizione articolata e potente che vede ottime linee di chitarra e l'usuale tensione muscolare delle parti più incalzanti della sezione ritmica Rutherford-Collins.

Diverse parti dell'album comunque risultano abbastanza tediose o superficiali, come "A Tower Struck Down", aperta e chiusa dalle due parti della dolcissima ma un po' scontata "Hands of the Priestess", nonostante il bell'intreccio fra il flauto di John Hackett e l'oboe di Robin Miller (già noto agli appasionati del prog britannico per le sue collaborazioni con King Crimson e Soft Machine), che compare anche nella altrettanto delicata e poetica "the Hermit".

Sul lato B troviamo gli otto minuti di "Star of Sirius", con Phil Collins alla voce, canzone sfaccettata che si apre come una dolce ballata, per entrare in territorio prog melodico, aprirsi al corno di Robin Miller, e ripercorrere poi i propri stessi passi con gusto. "The Lovers" sembra una breve composizione per chitarra acustica nell'usuale stile del chitarrista, ma l'incisione delle chitarre viene poi rovesciata e decorata dai flauti di John Hackett.

L'album si chiude con gli epici undici minuti di "Shadow of the Hierophant", nei quali Hackett completa una idea di Mike Rutherford scartata da "Foxtrot" (il disco dei Genesis del 1972). Nella prima metà del brano compare alla voce solista compare Sally Oldfield, sorella del noto chitarrista Mike; la seconda metà, introdotta da uno splendido giro di chitarra elettrica, vede un meraviglioso crescendo strumentale che inizia dal vibrafono e si conclude con il gruppo al completo in pieno spolvero. Si tratta forse del punto più alto del disco.

"Voyage of the Acolyte" è certamente un disco ancora acerbo, di un musicista che sta trovando la propria voce solista. È un peccato che i Genesis non siano stati in grado di accomodarne i desideri all'interno della propria formazione, perché quando Hackett se ne andrà, ci perderanno tutti.

- Prog Fox


#stevehackett, chitarre acustiche & elettriche, harmonium, autoharp, mellotron, campane & voce
#johnacock, pianoforte, mellotron, sintetizzatore & harmonium
#johnhackett, sintetizzatore, campane & flauto traverso
#mikerutherford, basso elettrico, chitarra elettrica & bass pedals
#philcollins, batteria, percussioni, vibrafono & voce


ospiti:
#johnnygustafson, basso elettrico (#6)
#percyjones, basso elettrico (#3)
#robinmiller, oboe & corno inglese (#4-6)
#nigelwarrengreen, violoncello (#5)
#sallyoldfield, voce (#8)

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