Il 26 settembre di cinquant'anni fa veniva distribuito negli Stati Uniti il film "The Rocky Horror Picture Show", rock opera di Richard O'Brien (che si riserva il ruolo del decadente maggiordomo Riff Raff) con Tim Curry straordinario protagonista. Uno dei musical più influenti e di maggiore successo degli ultimi 50 anni, un mix di kitsch/camp, travestitismo, b-movie di fantascienza e rock che riprende in maniera sardonica ed esasperata le tematiche più ambigue del glam rock di David Bowie, di quello debosciato di Lou Reed e del pomp rock di Freddie Mercury.
Siamo a Londra, nei primi anni settanta, in piena era glam - David Bowie ha sfondato con la creazione dell'alieno androgino Ziggy Stardust, e significativo è il successo di gruppi rock che giocano con l'ambiguità sessuale, come i T. Rex di Marc Bolan, mentre Lou Reed ritorna al successo con i personaggi freak di "Transformer", lanciato dal singolo "Walk on the wild side", e nascono i Queen di Freddie Mercury. L'attore squattrinato Richard O'Brien scrive la prima sceneggiatura di un musical intitolato "the Rocky Horror Picture Show", in cui sotto forma di parodia comica ma affezionata mescola l'amore per i film horror e di fantascienza di serie B e il glam rock. La storia racconta dello strano incontro di una coppia di fidanzatini modello con il dottor Frank-n-Furter, in realtà un alieno bisessuale (e, diremmo oggi, genderfluido) proveniente dal Pianeta Transexual, e con i suoi strani servitori.
Messo in scena per la prima volta il 16 giugno del 1973 dal regista australiano Jim Sharman, lo spettacolo teatrale diventa un film (e un album) nel 1975, sempre per la regia di Sharman. Il film è naturalmente un piccolo capolavoro del cinema e va assolutamente recuperato; ma quello che a noi interessa in questa recensione è parlare della sua colonna sonora, altrettanto encomiabile e incisa da un cast di strepitosi musicisti della scena rock britannica (il batterista BJ Wilson e il chitarrista Mick Grabham in prestito dai Procol Harum, John Bundrick, tastierista dei Free, e molti altri), che gli danno un'atmosfera coerente e a fuoco che ricorda moltissimo lo stile musicale del glam e del progressive di metà anni settanta, ma con un tocco di umorismo (e anche di erotismo) forniti dalla penna pungente e fantasiosa di O'Brien.
Anche senza conoscere il film, la dolcezza della ballata introduttiva "Science Fiction/Double Feature", il carosello carnascialesco di "Time Warp" e il glam rock di "Sweet Transvestite", in cui emerge la grandiosa e assieme ridicola figura del dottor Frank-n-furter (interpretato da un magistrale Tim Curry), risultano irresistibili e, soprattutto, profondamente diversi per natura gli uni dagli altri, fornendo brio e varietà tanto al film quanto all'ascolto della colonna sonora.
"Touch-a Touch-a Touch me", con una giovanissima Susan Sarandon nel ruolo di Janet Weiss ("vice") che scopre le gioie del sesso (ruolo che a tutt'oggi la imbarazza ancora, pare), riesce nel capolavoro di associare una melodia innodica a una spernsierata gioia di vivere (il sesso). Oltre a Susan Sarandon e Tim Curry, "the Rocky Horror Picture Show" lancia anche la carriera del cantante Meat Loaf, che interpreta una delle vittime del dottor Frank-n-furter nello scatenato rock'n'roll "Hot Patootie – Bless My Soul".
Ed è cosa mirabile quanto, nonostante i temi delicati - omosessualità, bisessualità, travestitismo, puritanesimo - Richard O'Brien, Jim Sharman & soci riescano a rimanere completamente fuori da ogni suggerimento di volgarità o sconcezza, dimostrando una volta ancora quanto il sesso sia sporco solo nella mente di chi è sporco dentro.
- Prog Fox
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