Buon compleanno "Buon compleanno Elvis"! Trent'anni fa oggi usciva il quinto album di Luciano Ligabue, disco della sua consacrazione come uno dei maggiori artisti della Penisola. Dopo una faseinterlocutoria in cui pareva che il successo avesse iniziato a eluderlo, il cantautore di Correggio piazza un milione di copie e raggiunge il prim posto nelle classifiche italiane, anche grazie a brani come "Certe notti", "Vivo morto o x", "Hai un momento Dio" e "Quella che non sei".
(disco completo qui: https://tinyurl.com/3uehe2d7)
È sempre molto difficile recensire un disco quando si tratta di uno degli album italiani più venduti degli anni Novanta. Inevitabilmente esso sarà considerato un capolavoro da una marea di ascoltatori che hanno legato la sua uscita a un periodo particolare della loro vita (soprattutto se il 21 settembre del 1995, data di pubblicazione di "Buon Compleanno Elvis", avevate dai 12 ai 30 anni); poi ci sarà un gruppo più piccolo ma agguerrito di detrattori a spada tratta. E poi ci saranno quelli che cercheranno di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, che diranno agli uni "sì beh era un bel disco, però non lo chiamerei un capolavoro", e agli altri "sì non era un capolavoro ma insomma come fai a dire che sia un brutto disco?"
Il vostro umile recensore si trova in questa landa di nessuno fra i fan accaniti del Liga, il rocker di Correggio, e quelli che ne detestano il grasso accento emiliano, che sa di sugna e benzina della moto di grossa cilindrata, del borghese emiliano che ci ha la moto ma non la sa proprio guidar bene, come il Liga ci ha in mano ai concerti la chitarra grossa ma non è proprio che la suoni, e sta pantomima un po' da Elvis in effetti sta sui maroni.
Tra i detrattori poi non mancano quelli che dicono: zioboia, ma era più genuino prima, no? Ora guarda come se la tira! Con quegli occhiali da sole lì non si guarda! Una volta era più umile! E va pure bene: però non è che non avesse il giubbotto di pelle, lo stivale a punta e il mito dell'America anche prima, insomma non mi cadete giù dal pero. Il Liga era già lì dentro Luciano Ligabue, e "Buon Compleanno Elvis" è quel punto di equilibrio - che farà sempre più fatica a trovare negli anni successivi - in cui il Liga è sì il rocker di Correggio ma non è ancora involontariamente autoparodistico.
Ora lo so che sto facendo girare i maroni ai fan del Liga, però è pur vero che anche a me piaceva di più prima, in quei suoi primi tre album in cui il suono non era ancora stato normalizzato dalla produzione di Fabrizio Barbacci, un po' l'inventore del sound classico del rock leggero anni novanta tra Liga e Negrita che vanta in quegli anni innumerevoli imitazioni. Per fare ciò Barbacci e Ligabue liquidano per il momento i Clan Destino (la band che aveva accompagnato il Liga nei suoi primi album) e assumono una serie di turnisti di lusso residenti in zona, a partire dai chitarristi Fede Poggipollini e Mel Previte, con i quali creano un suono più pastoso, più denso, meno secco e spoglio, sicuramente più lussureggiante e caldo, ma che appunto rischia di lasciare strabordare troppo la personalità sanguigna di Ligabue, fino al punto del cafone - difficile infatti pensare a una cosa più cafona, in una ballata per tanti versi poetica come "Certe notti", uno dei singoli italiani più noti degli anni novanta, di un verso come "c'è la notte che ti tiene tra le sue tette, un po' mamma un po' porca com'è". Ma dopotutto cosa vi aspettavate? Il suo mito non è Leonard Cohen e nemmeno Bob Dylan, ma Elvis Presley.
Sin qui sembra di esser solo dalla parte dei detrattori, ma non è così: il disco è suonato ottimamente e la poetica di Ligabue emerge chiara come non mai, ancora più evidente e forte che negli album precedenti. I detrattori possono detrarre quanto vogliono, ma il Liga è questo, non è solo Luciano ma è anche il Liga, ed è evidente che nei lavori precedenti questo rocker sanguigno ma in fin dei conti bonaccione non riusciva ad esprimere al meglio le sfaccettature della sua personalità. "Hai un momento Dio" è forse il brano più significativo della sua personalità e della sua genuinità, tifo per l'Inter incluso (e ne è passato di tempo se pensiamo che nel pezzo si chiede "chi prende l'Inter?", ancora non era arrivata l'era di Massimo Moratti che a noi che allora eravamo giovani e oggi siamo vecchi sembra un'epoca remota).
Al di là della lunghezza forse eccessiva dell'album, e al di là della vostra compatibilità con il modo di essere di Luciano Ligabue, aspetto fondamentale per la vostra capacità di apprezzarne liriche e stile, cosa che come per il nemico e vicino di casa Vasco Rossi ne fa uno dei pochi veri artisti blue collar del Bel Paese, cosa che forse lo rende particolarmente inviso agli intellettuali (inclusi quelli che, sulle riviste e sui giornali devono celebrarlo in quanto ne celebrano i soldi, unica cosa che può convincere un intellettuale a rivedere le sue posizioni ideologiche), il disco piazza una serie di brani irresistibili: oltre alle già citate "Hai un momento Dio" e "Certe notti", almeno l'intenso rock "Vivo morto o x" e "Viva!", dichiarazione d'amore alla moglie, mentre "Quella che non sei" oltre a trattare un tema abusato non sembra molto credibile venendo da uno che va in giro come lui.
Ciò che comunque rende speciale un disco come questo sono le piccole tracce secondarie, come "Seduto in riva al fosso" e "Rane a Rubiera blues", idee semplici ma non semplicistiche che contribuiscono a creare intimità con l'ascoltatore che sia in grado di sintonizzarsi sulla lunghezza d'onda di Ligabue, un aspetto che non mancherà in quella che forse è l'opera migliore della carriera di Ligabue, non un album ma il suo film "Radiofreccia" del 1998.
Vero disco epocale come ce ne sono pochi nell'arco di un decennio, "Buon Compleanno Elvis" fu inevitabile nella seconda metà degli anni novanta, e tutti dovettero scenderci a patti in un modo o nell'altro. L'album crea il personaggio Liga, che tante soddisfazioni darà all'attore che lo interpreta, ma che a un certo punto prenderà possesso di lui, portandolo a una crisi artistica già visibile nelle prime rughe di questo album per tanti versi eccezionale.
- Prog Fox
#lucianoligabue (voce & chitarre acustiche)
#federicopoggipollini (chitarre)
#melprevite (chitarre)
#antoniorighetti (basso)
#robertopellati (batteria)
#candelocabezas (percussioni)
#pippoguarnera (organo hammond)
ospiti: #massimolugli (armonica)
produttore: #fabriziobarbacci (produzione; chitarre acustiche)
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