lunedì 22 settembre 2025

Jaivas: "los Jaivas (III)" aka "El Indio" (1975)

Tra 22 luglio e 22 settembre veniva inciso il terzo disco omonimo dei cileni Jaivas, noto anche come "El Indio" dalla suggestiva immagine di copertina. Con questo album, le influenze del prog rock europeo si fanno sempre più rilevanti, senza che il gruppo tradisca il suo interesse per la musica popolare e cantautorile del proprio paese.



(disco completo qui: https://tinyurl.com/2s4n8mha)

I fratelli Gariel, Eduardo e Claudio Parra, originari di Viña Del Mar, in Cile, iniziano a suonare insieme nel 1963. Tra 1970 e 1971 il loro gruppo si stabilizza e assume il nome di Jaivas, dedicandosi a un folk che mescola cantautorato e influenze di musica popolare cilena e andina. Il terzo disco del gruppo, inciso tra 22 luglio e 22 settembre del 1975, come i due precedenti si chiama semplicemente "los Jaivas", ma viene identificato anche col nome "El Indio", data la suggestiva copertina che mostra un nativo alato.

"El Indio" è il disco della consacrazione del gruppo e uno dei migliori della loro lunga carriera, quello in cui la commistione fra generi si fa più elevata e maturano anche le influenze della musica classica, dell'improvvisazione jazz e del sinfonismo del progressive europeo. Sentire il quintetto inserire strumenti e sonorità della tradizione sudamericana in contesti simili a quelli del prog rock britannico non può che riempire di stupore e meraviglia.

Il folk rock latinoamericano di "Pregon para illuminarse" apre un disco che inizia a spiccare il volo con il finale in crescendo della successiva "Guajira Cosmica", che pur pagando nella parte iniziale un significativo tributo al Santana dei primi tre album mostra la capacità di arrangiatori e costruttori di climax dei Jaivas, che si ispirano qui, come fece appunto Carlos con i suoi sodali, alla guajira cubana. "La Conquistada" alza ancora di una tacca il livello, aumentando significativamente la quantità di prog nel carburante, introducendo nel contempo lo stile idiosincratico ma efficace di Gato Alquinta alla chitarra elettrica.

Il punto più alto di questa meraviglia è però indubbiamente la suite da tredici minuti "Tarka y Ocarina (Diablada-Trote-Kotaiki)", sicuramente una delle cose più alte partorite dal rock progressivo e dal rock latinoamericano tutto, da ascoltare per credere, e nel finale della quale si ritrovano perfino ispirazioni di Erik Satie.

La poetica ballata "Un mar de gente", capace di spaziare in modo multiforme fra improvvisazioni percussive e accorato struggimento, lo scatenato folk ballabile "En tus horas", nobilitato da preziose armonie corali, e la sfessacchiante cover di "Mambo de Machaguay", con la chitarra ultra-acida di Gato Alquinta, sono altre perle di questo disco pazzesco.

Con "El Indio", i Jaivas si dimostrano una delle più solide e importanti realtà del rock sudamericano e non solo. Chiunque abbia anche solo un vago interesse per la musica folk, il cantautorato e il progressive rock non può trascurare l'esistenza di questa formazione, e questo album è un eccellente punto di ingresso per avvicinarsi alla loro complessa e articolata produzione.

- Prog Fox

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