Esce cinquant'anni fa oggi "One size fits all", ventesimo album del chitarrista e compositore americano Frank Zappa, qui accompagnato dalle Mothers of Invention in uno dei suoi dischi di metà anni settanta, fatto di rock ruggente e complesso, parente abbastanza prossimo di certo progressive europeo.
(disco completo qui: https://tinyurl.com/yf4r3e88)
Dopo i due album di jazz rock progressivo "Waka/Jawaka" e "the Grand Wazoo" (1972), Frank Zappa ritorna al formato canzone per il resto degli anni settanta, ponendo al centro delle sue liriche stupid songs, canzoni pornacciose e storielle insensate, a volte tutte e tre le cose insieme, mentre il formato musicale spazia dal prog rock muscolare al jazz rock strumentale. Escono così "Overnite Sensation" e "Roxy & Elsewhere" con le Mothers of Invention e "Apostrophe" firmato dal solo Zappa. Nel 1975 è il turno di "One size fits all", che conclude con gusto la traccia indicata dai dischi precedenti.
Il disco si apre con "Inca Roads", una delle tracce più amate dell'universo zappiano, con buoni motivi: una prestazione stellare di George Duke alla voce, l'incredibile complessità ritmica sostenuta dal bassista Tom Fowler, dal batterista Chester Thompson (futuro Genesis) e dalla vibrafonista e percussionista Ruth Underwood, l'incredibile assolo di chitarra di Frank, e le divagazioni di Duke stesso ai sintetizzatori, per otto minuti di prog rock celestiale e immaginifico.
La breve canzonetta "Can't afford no shoes" appare per consentirci di riprenderci dopo il tour de force di "Inca Roads"; la seguente traccia epica dell'album è il funk blues rock di "Po-jama People", dominata da un altro assolo chitarristico al fulmicotone di Zappa.
Tre tracce di media lunghezza compongono il lato B del disco: l'interessante "Florentine Pogen", la cui strofa si gioca su una figura ritmica inusuale e su ottime armonie vocali; "San Ber'dino", un grintoso, efficace rock sui tempi medi dalle vaghe venature blues, con l'amico-nemico Captain Beefheart in incognito all'armonica; e l'interessante "Andy", dalle venature prog e glam.
Rispetto alla media dei brani spiccano in particolare le due parti di "Sofa", la prima superbo strumentale a mò di terza traccia del disco, e la seconda cantata a chiudere meravigliosamente l'album, un disco settantiano che conclude - involontariamente - la produzione dell'artista italoamericano. Infatti, contrasti con il suo ex-manager Herb Cohen fermeranno le pubblicazioni autorizzate di Frank Zappa fino al 1979, quando uscirà "Sheik Yerbouti".
- Prog Fox
#frankzappa (chitarre & voce)
#motersofinvention:
#georgeduke (tastiere, sintetizzatori & voce)
#napoleonmurphybrock (sax tenore, flauto traverso & voce)
#chesterthompson (batteria)
#tomfowler (basso elettrico; tracce 1; 3-9)
#ruthunderwood (vibrafono, marimba & percussioni)
ospiti:
#jamesyoumans (basso elettrico; traccia 2)
#johnnyguitarwatson (voce; tracce 7-8)
#donvanvliet aka #captainbeefheart (armonica; traccia 7)
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