venerdì 19 gennaio 2024

Consorzio Suonatori Indipendenti: "Ko de Mondo" (1994)

Il 19 gennaio di trent'anni fa veniva pubblicato "Ko de Mondo", primo album in studio del Consorzio Suonatori Indipendenti, meglio noto come CSI, il gruppo nato dalla dissoluzione dei CCCP (e non a caso chiamato con il nome del nuovo, fragile soggetto internazionale sorto dalla fine dell'Unione Sovietica). Il titolo del disco invece gioca con vari livelli di lettura: Codemondo è un paese in provincia di Reggio Emilia, il disco è stato registrato a Finistère in Bretagna, può rappresentare il 'ko del mondo' occidentale, che giustifica la scelta di infondere forti dosi di musica etnica fra le pieghe di un disco meno punk, più cantautorale, ma distorto secondo le chiavi di lettura degli anni novanta alternativi italiani. E fondamentale per capirli.



(disco completo: http://tinyurl.com/57xwmmtk)

Per comprendere fino in fondo "Ko de Mondo", prima fatica in studio dei neonati CSI, bisogna tornare agli anni novanta e guardare il contesto nel quale esso nasce.

L'Unione Sovietica è crollata nel 1991-1993 e i CCCP, formazione fondata a inizio anni ottanta dal cantante Giovanni Lindo Ferretti e dal chitarrista Massimo Zamboni, sono diventati anacronistici, quantomeno dal punto di vista del nome, ma di fatto anche del contenuto musicale. Infatti il post punk e la new wave alternativi sono fuori tempo e, nel nuovo contesto del rock alternativo degli anni novanta, che ha incredibilmente fatto breccia nelle classifiche, i vecchi gruppi si stanno tutti riallineando, ognuno alla sua maniera. Gli amici Litfiba scelgono la strada di un hard rock diabolico, tra Cult e Black Crowes, ma non tutti nel gruppo sono d'accordo, così il tastierista Francesco Magnelli, il bassista Gianni Maroccolo e il batterista Ringo de Palma si ritrovano a lavorare con Ferretti e Zamboni al progetto erede dei CCCP.

De Palma muore disgraziatamente di overdose, ma il gruppo, al quale si aggiunge a tempo pieno il chitarrista e tecnico Giorgio Canali, prende il via con il nome di CSI, nome che non è altro che l'acronimo della Comunità degli Stati Indipendenti che raccoglie in un fragile omologo della Comunità Europea i paesi dell'ex-URSS (e nemmeno tutti).

Il primo lavoro del gruppo è la pubblicazione di un grande evento musicale collettivo, "Maciste contro Tutti" (settembre 1992), al quale collaborano anche i Disciplinatha e gli Ustmamò. Emerge già lì quella necessità continua di rielaborare e riconsiderare la propria carriera alla luce di quell'evento di impatto enorme che fu la fine del comunismo sovietico ed orientale e la vittoria degli Stati Uniti nella guerra fredda. Ma per i rimastoni di sinistra che non hanno digerito la fine del Partito Comunista Italiano, ricollocarsi politicamente e culturalmente non è facile. La scelta di molti è quel terzomondismo no global che unisce la lotta contro il neocolonialismo nei paesi del terzo mondo alla lotta contro la globalizzazione nel primo, la lotta contro i paesi autoritari del secondo mondo con la lotta alle guerre americane in Iraq e, presto, agli attacchi NATO a Belgrado e alla risposta all'11 settembre. Nonostante tutto, è un momento di speranza e di lotta, l'ultimo che vedremo in Occidente per la sinistra. Dopo ci sarà solo acquiescenza.

È sotto questo segno culturale che si svolge la parabola di "Ko de Mondo", titolo facilone e gioco di parole tra Finistère, città della Bretagna dove il gruppo incide l'album, Codemondo, paese del Reggiano, e 'ko del mondo', in particolare del mondo occidentale - ma certo, credici, Giovanni Lindo Ferretti - che si immagina già spazzato via non più dalle orde sovietiche ma dalla nuova coalizione fra giovani ribelli d'Europa e abitanti del terzo mondo globalizzato.

Musicalmente troviamo così l'eredità del post punk anni ottanta, soprattutto quello ispirato a certo kraut rock tedesco, le infuenze del grunge americano, la fratellanza con le nuove leve del rock italiano (Afterhours, Marlene Kuntz), ma anche suggestioni etniche mediorientali e asiatiche. È un quadro certamente inebriante e ben realizzato dal gruppo, che genera un disco che davvero sa simboleggiare un'era.

Se scendiamo più nel dettaglio nei brani, molti sono i capolavori veri e propri: il lirismo etnopercussivo di "Del mondo", "Memorie di una testa tagliata", in cui le chitarre e le tastiere hanno qualcosa degli Smashing Pumpkins più melliflui, cantati però da un figlio illeggittimo di Fabrizio de André e Franco Battiato, "In viaggio", forse il momento più alto del disco, con le chitarre di Zamboni e Canali a intersecarsi magnificamente sotto il declamare misticizzante di Ferretti, con qualche eco di "Heroes" quindici anni dopo Bowie. Esaltante il rocker perverso "Home sweet home", uno dei due brani in cui compare la nuova cantante Ginevra di Marco, compagna di Magnelli. Ma essendo un disco che dura quasi un'ora, si possono poi considerare un po' superflue certe lunghe fasi ipnotiche, sorta di post rock etnico abbastanza noioso, come i lunghi minuti introduttivi di "A tratti".

Nel complesso, "Ko de Mondo" rappresenta davvero una perla del rock italiano anni novanta, da parte di un collettivo di artisti fra i più ispirati dell'epoca.

- Prog Fox

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