giovedì 21 dicembre 2023

Lou Reed: "Rock'n'roll Animal" (1973)

Viene inciso il 21 dicembre del 1973 "Rock'n'roll Animal", primo album solista dal vivo del cantautore americano Lou Reed. Si tratta di un disco che, dopo l'insuccesso commerciale di "Berlin", che a sua volta seguiva il disco della consacrazione dell'autore, "Transformer", ristabilisce le credenziali di Lou presso critica e pubblico.



(disco completo: http://tinyurl.com/59uzj4jv)

Lou Reed, il suo personaggio pubblico perlomeno, é forse l'archetipo ultimo del rockettaro. Nichilista e antagonista, pericoloso e privo di riguardo per quasi tutto e praticamente tutti. Metà cristo sofferente, metà poeta maledetto, metà compositore dal talento prezioso e tagliente come un diamante; si, c'è una metà di troppo, ma é perche Lou Reed é stato più di un cantante. Con i Velvet Underground prima, e da solista poi, Reed ha definito i confini e l'attitudine del genere, affrancandolo definitivamente dalle sue radici blues per trasformarlo in Arte a sé stante (e scostante), largamente indifferente al ritorno di pubblico e all'opinione dei critici. Non per niente al superclassico blockbuster "Transformer", ovvero il disco che contiene "Satellites of Love" E "Perfect Day" E "Take a Walk on the Wild Side", fece seguito il difficile "Berlin", deprimente storia d'amore tossico che verrà accolta da grandinate di fischi da parte di pubblico e critica (e ampiamente rivalutata poi, ma ad arrivarci 20 anni dopo son capaci tutti): a Reed del successo importa poco, non c'è compromesso che tenga riguardo il cosa e il come raccontare.

La questione delle vendite interessa invece assai alla casa discografica, che pertanto impone la pubblicazione di un disco registrato dal vivo per monetizzare la fama residua dopo la debacle di "Berlin". I cinque brani raccolti in "Rock'n"Roll Animal " vennero registrati il 21 dicembre del '73 a New York, e (sorprendentemente, ma anche no) nessuno di essi é estratto da "Transformer": due sono classici pubblicati nell'esordio dei Velvet Underground ("Heroine" e "White Heat/White Noise"), "Lady Day" é preso da "Berlin", e i due rimanenti vengono dal successivo, praticamente ignorato "Loaded", "Rock'n'Roll" e "Sweet Jane". Messa da parte l'obliquità finto-naive infusa da John Cale ai tempi dei VU, Reed gira la manopola dell'elettricità fino all'11, eruttando 40 minuti di rock senza tempo che potrebbe tranquillamente essere confuso per grunge, se non fosse per la presenza di un ottimo tastierista come Ray Colcord all'Hammond (a completare una formazione che vede Penti Glan alla batteria e Prakash John al basso a lavorare duro per due chitarristi mostruosi come Steve Hunter e Dick Wagner). Di "Sweet Jane", e del suo iconico riff, non esistono incisioni migliori, per non parlare dell'epica ouverture scritta per l'occasione; di "Heroine" e "White Light/ White Heat" non esistono versioni più intense e pirotecniche. "Rock'n'Roll" e "Lady Day" vengono qui ribadite come pezzi di valore assoluto ad un pubblico che le aveva ignorate nelle loro versioni originali.

Come disse giustamente l'amico e collaboratore David Bowie, i Velvet Underground eserciteranno sulla storia del Rock un'influenza inversamente proporzionale al loro successo commerciale. Come detto da chi scrive poco sopra, a Reed viene oggi universalmente riconosciuta la caratura di artista intransigente, costantemente in lotta con tutto e tutti a salvaguardia della purezza della propria vocazione poetica e musicale. Ci sono tanti modi di interpretare l'idea di rock, ma c'è un solo "Rock'Roll Animal", e mette d'accordo tutti gli appassionati del genere. Se il rock fosse una religione, Lou Reed sarebbe uno dei suoi martiri più venerati.

- Spartaco Ughi

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