giovedì 7 settembre 2023

Mothers/Zappa: "Overnite Sensation" (1973)

Usciva cinquant'anni fa oggi "Overnite Sensation", album delle Mothers di Frank Zappa. Dopo due album di jazz rock come "Waka/Jawaka" e "The Grand Wazoo", Zappa ritornava alle stupid songs e al rock duro e puro, enfatizzando soprattutto il ruolo delle liriche pornacciose e volutamente quasi adolescenziali (cosa che, come previsto, innervosì critici e benpensanti). Il disco contiene classici di Frank come "Camarillo Brillo", "I'm the slime", "Fifty Fifty" (col cantante Ricky Lancelotti) e "Montana".



(disco completo: https://tinyurl.com/5n8tn8be)

Dopo l'overdose di jazz rock fatta con "Waka/Jawaka" e "The Grand Wazoo", incisi nel 1972 a proprio nome, Frank Zappa riesuma per l'ennesima volta il nome delle Mothers (accorciato questa volta senza l'epiteto di 'of Inventions'), per ritornare a un rock basato principalmente su canzoni, per quanto bizzarre, stupide e lunghe fossero.

"Overnite Sensation" rappresenta così la sublimazione, il primo e più compiuto esempio dei dischi zappiani di matrice pornacciosa. È vero che il torrenziale concept erotomaniaco-musicale "Joe's Garage" si troverà al termine di questo percorso portandolo forse al suo picco più assoluto, e che molti ottimi dischi verranno incisi da Zappa in questo senso, ma qui abbiamo probabilmente la prima realizzazione matura di un percorso che Zappa aveva incominciato, ancora nello spirito psichedelico e sperimentatore degli anni sessanta.

Notiamo bene che rispetto alla trilogia freak con cui iniziano le carriere di Zappa e Mothers, psichedelia e freak-out sono scomparsi, così come le parti più gioiose e disconnesse delle sue sperimentazioni, che dopo tutto erano già culminate tra "Absolutely Free" e il quarto lavoro "Uncle Meat". Durante la ricerca di qualcosa di diverso, Zappa aveva pubblicato una marea di frammenti musicali e gli ottimi concerti con le Mothers dell'era Flo & Eddie (gli ex-cantanti dei Turtles), ma i veri traguardi erano stati quelli del jazz rock di "Hot Rats", "Waka/Jawaka" e "The Grand Wazoo". Era naturale ora riprendere il filo interrotto delle stupid songs erotomani per scandalizzare i borghesi, ma rielaborate a partire dall'esperienza jazz rock. Paradossalmente, la cosa a cui Zappa e i suoi sodali somigliano maggiormente in questo periodo sono gli Steely Dan della stessa epoca, nella loro fase più rockettara e a forte trazione della doppia chitarra di Denny Dias e Jeff 'Skunk' Baxter, non fosse che gli Steely Dan non erano mai pornacciosi e Zappa aveva una sensibilità funky e hard rock più pronunciata.

Il disco è così estremamente solido e quadrato, e uno dei più orecchiabili della carriera del nostro eroe, che imbraccia anche una spietata chitarra elettrica infierendo sull'ascoltatore con degli assoli torrenziali da estasi degli amanti della sei corde. In cima a tutto però sta il valore delle canzoni, il che non è male in un disco basato sulle canzoni, alcune delle quali entrano di diritto nel canone più elevato del maestro di Cucamonga.

Si apre con "Camarillo Brillo", una delle canzoni più radiofoniche del nostro, guidata dalla batteria frenetica ed esaltante dell'incontenibile Ralph Humphrey, e caratterizzata dal sonnacchioso timbro baritonale di Zappa, quasi incongruo in un brano così trascinante musicalmente, per poi soffermarsi sulla mostruosa "Fifty Fifty", interpretata con passione licantropa dal cantante Ricky Lancelotti e devastata da una sequela di assoli che vedono alternarsi Jean-Luc Ponty (violino), George Duke (tastiere), Ian Underwood (fiati elettronici) e Zappa stesso; e infine "Zomby Woof", struttura particolare e progressiva che vede l'alternarsi di cantanti e strumentisti con esiti formidabili. Tra essi va menzionata Tina Turner, all'epoca ancora sposata con Ike, che dopo avere sentito la 'merda' prodotta dalle Mothers chiede a Zappa di non includere Tina e le sue coriste fra i crediti dell'album. Peccato, perché Tina si dimostra entusiasta e perfetta interprete di musica che davvero di rado associamo a lei.

Tra gli altri brani, "I'm the slime" e "Montana" sono anch'essi particolarmente amati dai fan di Zappa, il primo anche perché dedicato sarcasticamente alla televisione americana, il secondo nonostante si tratti di un brano fin troppo rilassato su cui Zappa declama un recitato sulla volontà di diventare un coltivatore di filo interdentale; mentre "Dinah-Moe-Humm" è un boogie rock non particolarmente esaltante, memorabile più o meno solo per le liriche pornacciose su una ragazza frigida che si eccita vedendo la sorella farsi il ragazzo.

Se si può fare una obiezione a questo disco del signor Zappa e dei suoi soci, si può criticare il fatto che non ci sia materiale davvero sperimentale. Alcuni brani sono difficilissimi da suonare e altri hanno strutture piuttosto complesse (Zomby Woof al primo posto), ma all'epoca forse certi criticatissimi gruppi prog britannici (penso ad Emerson Lake & Palmer) scrivevano cose più innovative. Detto questo, "Overnite Sensation" rimane un disco significativo e importante nella carriera di Zappa, forse proprio per avergli dimostrato di poter fare musica più convenzionale ma altrettanto complessa e priva di compromessi. Non sempre è necessario incidere usando posate e colando cera fusa sui microfoni, per così dire.

- Prog Fox



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