lunedì 24 luglio 2023

U2: "Zooropa" (1993)

Il 5 luglio di trent'anni fa esce "Zooropa". Per molti è l'ultimo capolavoro degli U2, l'ultimo album in cui il quartetto irlandese, con The Edge in cabina di regia assistito da Flood e Brian Eno, riesce ancora a stare un passo avanti a tutti, tra pop, elettronica e audaci sperimentazioni, audaci persino per un periodo fertile come i primi anni novanta. "Numb", "Lemon", "Stay" i singoli di successo. In "The Wanderer" canta Johnny Cash. Ma anche se la critica è entusiasta, le vendite sono inferiori ad "Acthung Baby".



Disco completo --> https://tinyurl.com/yc34uhr8

La guerra bussa con veemenza alle porte dell’Europa, e l’immigrazione è un problema sempre più pressante; le destre minacciano di diventare politicamente egemoni un po’ dappertutto nel vecchio continente; i mass media stanno cambiando in maniera radicale il modo in cui l’umanità comunica con il, e si informa sul, mondo attorno ad essa; è il 1993, e il rock non è ancora morto.

Gli U2 sono reduci da “Achtung Baby”, definitivo capolavoro della loro carriera, gioiello pop generato dal quartetto irlandese e lavorato dalla sapienti mani di Brian Eno e Daniel Lanois. Il tour che lo promuove è una macchina da spettacolo senza paragoni per l’epoca, visione di un futuro del rock da stadio che diverrà realtà. Megaschermi che fanno zapping tra infiniti canali televisivi (veri e fittizi), impalcature labirintiche, un palco vasto e multifunzionale: il suo titolo è “Zoo TV”. Quando il tour sta raggiungendo i titolo di coda, gli U2 sono pronti a registrare il seguito, o forse sarebbe più appropriato definirlo una coda, del disco con cui hanno fatto irruzione nei ‘90s. Daniel Lanois, impegnato nella promozione del suo secondo disco solista “For the Beauty of Wynona”, viene sostituito da Flood, produttore tra gli altri di Depeche Mode, Bad Seeds e Ministry, oltre che tecnico del suono in “The Joshua Tree” e appunto “Achtung Baby”.

“Zooropa” è un disco contraddittorio, diviso tra ballad facilone, alcune più riuscite come “Stay” e “The First Time”, e alcune meno (“Dirty Day”, “Babyface”), ma tutte comunque efficaci nel coccolare l’ascoltatore nel pop sognante che diventerà il marchio di fabbrica; e alcuni dei momenti più strani della carriera degli U2, come il rap nevrotico di “Numb”, cantato da Edge, o il funk-pop psichedelico di “Lemon”, o ancora il capolavoro dell’album, “The Wanderer”, in cui gli U2 fanno il verso ai Kraftwerk, ma a cantare di Dio e di apocalittico post-moderno è Johnny Cash. Nel mezzo, un po’ di sana epica rock, come la title track, “Some Days Are Better Than Others” e “Daddy’s gonna Pay for Your Crashed Car”.

Di “Achtung Baby” abbiamo scritto in abbondanza su questi URL, e più ancora avremmo potuto scrivere. “Zooropa” è metà ovvia conseguenza e metà ardimento, metà collezione di B-side e metà libera sperimentazione. Mai più gli U2 saranno così coraggiosi nel ricercare nuove strade per il loro suono, ma saranno per sempre condannati ad un certo manierismo che, già qui, comincia a palesarsi, il loro sound talmente inimitabile che neppure loro saranno in grado di riprodurlo senza suonare un po’ stucchevoli. Già qui, la mano di Eno tappa alcune crepe di creatività che terranno, più o meno, ancora per un decennio (“All That You Can’t Leave Behind” è comunque un gran bel disco) ma diverranno poi voragini di ripetitività. L’ironia con cui Bono fu capace di re-inventarsi “Papa del Pop” andrà diluendosi, trasformandolo in una macchietta un po’ retorica. “Zooropa” è un disco strano e imperfetto che, tuttavia, non potrebbe esistere senza questo mix di cautela e audacia. Un disco da ascoltare per poi decidere, autonomamente, se sia l’ultimo capolavoro o il primo disco di mestiere. Chi scrive, nel suo piccolo, propende per la prima ipotesi.

- Spartaco Ughi

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