giovedì 6 luglio 2023

Jackson Heights: "Bump'n'grind" (1973)

Veniva stampata oggi l'edizione italiana di "Bump'n'grind", quarto e ultimo album dei Jackson Heights, gruppo fondato nel 1970 da Lee Jackson, ex-bassista dei prog rocker britannici Nice, celebri per avere lanciato la carriera del tastierista Keith Emerson. Divenuti a partire dal secondo album un trio di cantautori tra folk e prog formato da Jackson, dal chitarrista John McBurnie e dal tastierista Brian Chatton, si avvalgono qui della collaborazione di amici di preclara fama come i batteristi Mike Giles e Ian Wallace (entrambi ex-King Crimson) e concepiscono il loro disco più barocco, per il quale si avvalgono anche del contributo di una orchestra di archi arrangiata e diretta da Ian Green. Il disco ha poco successo come gli altri, e Jackson chiude la saracinesca sul progetto per riunirsi al batterista Brian Davison (altro ex-Nice) per fondare i Refugee con il tastierista svizzero Patrick Moraz.



(disco completo: https://tinyurl.com/8fxv2wd2)

Giunto al quarto album con il suo progetto Jackson Heights, Lee Jackson è piuttosto sconfortato. Dopo avere assaporato il successo internazionale con Keith Emerson nei Nice, il bassista ha scelto una strada di basso profilo: quello di un rock cantautorile dalle influenze folk e barocche, con un gruppo che prende nome da lui, i Jackson Heights. Il primo album, "King Progress" del 1970, è un insuccesso. Consapevole di avere una voce roca e dalla limitata estensione, rifonda la band daccapo e sceglie di affiancare nel suo nuovo progetto altri due cantanti e autori, il tastierista Brian Chatton e il chitarrista John McBurnie. Però non cambia assolutamente nulla: anche "The Fifth Avenue Bus" e "Ragamuffin's Fool" finiscono nel dimenticatoio. Il bassista decide allora di virare al rock orchestrale, aumentando il tasso di prog barocco, di influenze da cabaret e vaudeville, e lasciando campo libero al pianoforte di Chatton. Alla batteria due vecchi amici che si alternano nei brani, Ian Wallace e Mike Giles, entrambi ex-King Crimson. I tre membri si suddividono abbastanza equamente la scrittura dei nove pezzi che costituiscono il nuovo lavoro "Bump'n'grind".

Il disco si apre con la stupenda, epica ed elegiaca "I could be your orchestra", caratterizzata da un sensazionale arrangiamento e da sublimi riff ostinati, sui quali si librano le voci di McBurnie e Chatton. "Spaghetti Sunshine" continua a diffondere colori da meriggio estivo sul disco, mentre "Long Necked Lady" gode delle intricate figure ritmiche di Ian Wallace e di un ritornello memorabile, ancora una volta costruito sulle armonie vocali del terzetto, che si colorano di una atmosfera quasi jazz tzigano anni trenta grazie al banjo di Billy Bell e al violino di Johnny Van Derrick. Si coglie così un progressivo spostamento dal prog rock di inizio lato all'incontro tra jazz, boogie e vaudeville di "Public Romance", con Chatton in prima fila tra clavicembalo e sintetizzatore moog (prestatogli da Keith Emerson, secondo le note di copertina).

Proprio quando siamo al massimo dell'inebriamento, John McBurnie ci riporta sulla terra con l'introspettiva, marziale composizione che da titolo al disco, un capolavoro di arrangiamenti in cui troviamo archi, organo e i soliti, immancabili, impeccabili cori.

Il lato B vede un terzetto di brani a connessione tematica scritti da Jackson e Chatton: "Cumberland Country", brano ritmato alla perfezione da Mike Giles con la splendida slide di Roger McKew, amico e ospite usuale dei Jackson Heights; l'ultima elegia del disco, la classicheggiante "It's a shame", caratterizzata da un interludio di pianoforte che mette i brividi; e "Ladies In The Chorus", che ha il compito di riportarci definitivamente in una atmosfera sardonica, passando dagli arrangiamenti sempre più elaborati dei cori (vero strumento nelle mani del gruppo), dall'uso del sintetizzatore e dall'appropriato saliscendi della batteria di Wallace.

L'album si conclude così con "Whatever happened to the conversation", l'unica canzone firmata da tutti e tre i membri del gruppo, un boogie supersonico costruito sul basso di Lee e sul piano di Brian, pezzo brillante di cui mi piacerebbe davvero sentire una cover fatta dai Rolling Stones.

"Bump'n'grind" è un classico minore del progressive dei primi anni settanta, suonato meravigliosamente, con passione e personalità, composto da tre musicisiti intelligenti e di talento. E come tanti dischi simili, non ebbe alcun successo: troppo strano per vivere, troppo unico per morire, come il dottor Gonzo di Paura e delirio a Las Vegas. Lee Jackson getta la spugna e, richiamato il vecchio compagno Brian Davison (batterista dei Nice), decide di fare un ultimo tentativo alzando ancora il tiro del suo progressive, formando un trio alla Emerson, Lake & Palmer con il tastierista svizzero Patrick Moraz. Gli riuscirà.

- Prog Fox



#jacksonheights #leejackson (basso elettrico, violoncello elettrico, voce) #johnmcburnie (chitarre acustiche, mellotron, voce) #brianchatton (piano, piano elettrico, organo, mellotron, clavicembalo, celesta, campane tubolari, sintetizzatore, voce) #ianwallace (batteria) #mikegiles (batteria) #iangreen (arrangiamenti e direzione orchestrale) #billybell (ospite; banjo) #johnnyvanderrick (ospite; violino) #rogermckew (ospite; chitarra elettrica)

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