mercoledì 19 luglio 2023

Big Country: "The Crossing" (1983)

Usciva quarant'anni fa oggi "The Crossing", album di debutto dei Big Country, gruppo rock scozzese. Prodotto da Steve Lillywhite, fu interamente composto dai quattro membri, Stuart Adamson (voce, chitarre; ex-Skids), Mark Brzezicki (batterista anglopolacco), Tony Butler (bassista angloafricano), Bruce Watson (chitarre). Adamson e Watson duellano alle chitarre, alterate dall'uso di pitch transposer ed e-bow, tra le altre cose per imitare il suono delle cornamuse. Christine Beverdige aggiunge un tocco di femminilità. "In a big country" apre l'album ed è l'unico singolo di successo della loro appassionante e disgraziata carriera. Un disco esaltante da riscoprire e mettere a fianco dei classici del celtic rock come Thin Lizzy, Pogues e Dexys Midnight Runners.



(disco completo: https://tinyurl.com/ym4jabtj)

Terminata nell'ottobre del 1981, con l'incisione delle chitarre sul singolo "Iona", la sua associazione con gli Skids, uno dei principali gruppi post-punk scozzesi, fondati nel 1977 anche da lui, il chitarrista Stuart Adamson si dedica a tempo pieno al suo nuovo gruppo, i Big Country, fondati a Dunfermline con il chitarrista Bruce Watson. Ai due scozzesi si uniscono sul finire del 1982 due musicisti inglesi, entrambi di origine straniera, il batterista Mark Brzezicki, di padre polacco, e il bassista Tony Butler, nato a Londra da genitori giamaicani.

Il brano che apre l'album è "In a big country", ed è allo stesso tempo capolavoro e manifesto artistico: la batteria marziale che troneggia sul suono, con il potente riverbero dei tom, che si appoggia al basso melodico e tambureggiante; le chitarre trasformate in cornamuse elettriche dal pitch transposer; la voce incisiva ed ebbra di passione e pathos di Adamson, che ricorda tra l'altro quella di un altro superbo cantante scozzese, Colin Hay dei Men at Work; l'armonizzazione della seconda voce; le liriche improntate a una profonda umanità, insita in versi quali 'I never took away the smile from anybody's face'; la produzione limpida di Steve Lillywhite, capace di distillare perfettamente ogni singolo componente alchemico preservando una qualità sonora cristallina nonostante gli arrangiamenti densi.

Queste qualità caratterizzano, dove più, dove meno, tutte le canzoni del disco, incluse le tracce bonus presenti solo sulla cassetta e sul cd rimasterizzato. E il senso profondo della musica è l'epos dell'uomo qualunque, quel working man hero che arriva ai Big Country da John Lennon passando per altri alfieri del rock celtico, anche se irlandesi, come i Thin Lizzy, parente stretto di quanto facevano in ambito di epos da arena rock gli U2 e i Dexys Midnight Runners. Difficile trasmettere solo con le parole il senso incredibile di ebbrezza e passione che i quattro ragazzi riescono a comunicare con la loro musica.

I pezzi spettacolari si susseguono uno dietro l'altro: la rabbiosa "Inwards", l'introspettiva "Chance", dal sapore folk rock nonostante le chitarre oblique di Adamson e Watson siano sospese tra Television e Cure; l'irresistibile riff di chitarra di "Harvest Home", con il finale superbo di Brzezicki alla batteria; la grandiosa festa folk punk di "Fields of Fire"; gli epici otto minuti finali di "Porrohman", con quella interminabile introduzione che deve avere colpito la fantasia di un certo signor Robert Smith e dei suoi Cure.

Il disco a conti fatti è forse lievemente monotono, nonostante il country folk celtico di "The Storm", in cui l'uso di chitarre acustiche e spazzole cerchi di ampliare la gamma di suoni usati; e forse si sarebbero potute tagliare "Lost Patrol" e "Close Action": ma se troverete esaltante questo stile musicale, non ne avrete mai abbastanza.

"The Crossing" è semplicemente un album meraviglioso, ebbro di canzoni maestose, e caratterizzato da un senso profondo, intensissimo di pathos ed emozione, veramente contagioso e irresistibile. Anche non avessero mai suonato un altro minuto di musica dopo questo, i Big Country si rivelano qui onesti artigiani della forma più alta e sincera di intrattenimento popolare. Imperdibile.

- Prog Fox

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